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Capalbio: morto l’ex ministro Altero Matteoli in un incidente stradale. Scontro frontale sull’Aurelia

Altero Matteoli

ROMA – L’ex ministro Altero Matteoli è morto in un incidente stradale in cui è rimasto coinvolto sulla via Aurelia, all’altezza di Capalbio. Si sarebbe scontrato frontalmente con una Nissan con due persone a bordo, entrambe gravemente ferite. Matteoli era stato estratto dalle lamiere dell’auto in fin di vita: i medici hanno tentato di rianimarlo sul posto ma non c’è stato nulla da fare. I rilievi sono a cura della Polizia stradale.

Lo scenario del tragico incidente. L’auto di Matteoli è la BMW scura

Nato a Cecina l’8 settembre del 1940 Altero Matteoli inizia la sua vita politica come esponente del Movimento Sociale Italiano diventandone segretario regionale per la Toscana. Il suo «padrino politico» è Beppe Niccolai, storico esponente pisano dell’Msi. Nel 1994 aderisce ad Alleanza Nazionale ed è nominato ministro dell’Ambiente nel governo Berlusconi I fino al gennaio 1995. Alle elezioni politiche del 2001 viene eletto alla Camera dei deputati nel collegio uninominale di Lucca per la coalizione della Casa delle Libertà e, dall’11 giugno 2001 fino al maggio 2006 torna a ricoprire la carica di ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio nei governi Berlusconi II e III. La sua azione di governo raccoglie critiche da parte della associazioni ambientaliste per il ritardo nell’approvazione del piano nazionale di assegnazione delle emissioni, il silenzio sui piani di attuazione concreta del protocollo di Kyoto e l’accettazione del condono edilizio varato dal suo governo.

Dopo le elezioni politiche del 2006 conquista un seggio al Senato e viene nominato capogruppo di An a Palazzo Madama. Nel governo Berlusconi IV è ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tra i suoi atti in qualità di ministro un accordo per la realizzazione del collegamento ferroviario ad alta velocità Torino-Lione (la cosiddetta Tav). Ricordo ancora le numerose riunioni con i sindaci piemontesi interessati (o contrari) all’opera tenute alla prefetura di Torino, nelle quali il Ministro cercava di mediare con pazienza gli interessi divergenti.

Il 16 novembre 2013, dopo il termine delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia e nel marzo 2014 ne diventa membro del comitato di presidenza. Sempre nel 2014 Matteoli è nella lista dei 100 indagati dalla procura di Venezia per l’inchiesta sul Mose ed il 14 settembre 2017 viene condannato in primo grado a quattro anni di reclusione. Il ministro aveva allora dichiarato con fierezza: «Come ho avuto modo di confermare anche stamani davanti al Tribunale di Venezia non sono un corrotto, mai ho ricevuto denaro né favorito alcuno. Non comprendo quindi questa sentenza verso la quale i miei avvocati ricorreranno in appello. Ho il dovere di credere ancora nella giustizia nonostante la forte amarezza che patisco da quasi 4 anni per una vicenda che non mi appartiene».

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