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Camillo Cipriani A5c37d06

Pensioni: dal 2018 età pari fra uomini e donne e aumenti minimi per inflazione

Inps

Importanti novità in arrivo sul tema delle pensioni, al di là del dibattito ormai stantio sulle pensioni cosiddette d’oro.

Dal prossimo anno verrà parificato il requisito anagrafico per accedere al trattamento di vecchiaia: sia uomini sia donne dovranno avere almeno 66 anni e 7 mesi di età Di conseguenza la pensione si allontanerà per le lavoratrici autonome, alle quali quest’anno sono richiesti 66 anni e 1 mese, e per le dipendenti del settore privato, a cui bastano 65 anni e 7 mesi.

Il 2018, inoltre, porta una buona notizia per chi la pensione già la incassa. Infatti dopo due anni di importi invariati, gli assegni previdenziali aumenteranno, seppur di poco. È l’effetto del ritorno dell’inflazione di riferimento. L’inflazione provvisoria del 2017 è 1,1%, e quindi l’anno prossimo scatteranno dei piccoli aumenti. II trattamento minimo, per esempio, passerà dagli attuali 5o1,89 euro lordi mensili a 5o7,41 euro.

Per i professionisti iscritti alle casse previdenziali nel 2o18 dovrebbe diventare concretamente operativo il cumulo dei contributi introdotto un anno fa.

Intanto, in base ai primi conti nel 2019 ci saranno 53mila nuove uscite anticipate L’innalzamento generalizzato di cinque mesi dei requisiti per andare in pensione che tanto ha fatto discutere nelle ultime settimane scatterà nel 2019. Ciò non toglie, però, che da gennaio per andare in pensione, in alcuni casi, si dovrà attendere qualche mese in più. Infatti l’anno prossimo verrà parificato il requisito anagrafico per accedere al trattamento di vecchiaia: sia uomini che donne dovranno avere almeno 66 anni e 7 mesi di età. Di conseguenza la pensione si “allontanerà” per le lavoratrici autonome, alle quali quest’anno sono richiesti 66 anni e 1 mese, e per le dipendenti del settore privato, a cui bastano 65 anni e 7 mesi.

In questo modo si conclude il percorso avviato anni fa a seguito della sentenza della Corte di giustizia Ue del 13 novembre 2008, con cui erano stati ritenuti illegittimi i requisiti differenziati tra donne e uomini (6o e 65 anni) allora previsti per il pensionamento dei dipendenti pubblici, decisione da cui è poi derivata la decisione del governo italiano di parificare i minimi richiesti ai due sessi. Per le dipendenti della pubblica amministrazione la soglia dei 66 anni e 7 mesi è già stata raggiunta nel 2016 ed è attualmente in vigore. Inoltre sarà necessario avere un anno in più di età per accedere all’assegno sociale, perché si passerà dagli attuali 65 anni e 7 mesi a 66 anni e 7 mesi, come stabilito già nel 2011 dalla riforma previdenziale Monti-Fornero. I requisiti per le altre tipologie di pensione, invece, non cambieranno.

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