Istat: diminuiscono i pensionati (-115.000), ma riducono il rischio povertà delle loro famiglie
ROMA – Nel 2016 i pensionati sono circa 16,1 milioni e percepiscono in media 17.580 euro lordi, 257 euro in più rispetto all’anno precedente (la media era di 17.323 euro). Lo rileva l’Istat specificando tra il 2015 e il 2016 il numero di pensionati scende di 115mila unità: i nuovi pensionati (quelli che hanno iniziato a percepire una pensione tra il 1ø gennaio e il 31 dicembre 2016) sono infatti meno numerosi dei pensionati cessati, quelli cioè che nello stesso periodo hanno smesso di percepire trattamenti pensionistici (575mila contro 689mila).
ISTAT – I redditi dei nuovi pensionati – continua l’Istat nella sua rilevazione sulle condizioni di vita dei pensionati – sono mediamente inferiori a quelli dei cessati (15.024 euro contro 16.673 euro) e a quelli dei pensionati sopravviventi (17.675 euro), percettori cioè di trattamenti sia nel 2015 sia nel 2016 che, nel corso del pensionamento, possono aver cumulato ulteriori pensioni (spesso di reversibilità) rispetto a quella con cui sono entrati nello stato di pensionamento. L’Istat osserva poi il calo nel numero dei pensionati per tutte le tipologie pensionistiche, a eccezione delle pensioni sociali e di invalidità civile, proprio quelle riferibili all’assistenza e non alla previdenza, erogate per ragioni sociali a chi non ha mai pagato un contributo e quindi totalmente a rimessa delle casse dell’Inps. «È ovviamente più marcato tra le pensioni di guerra (-6,7%), di invalidità previdenziale (-5,5%) e tra le indennitarie (-2,3%)”, fa notare l’Istituto di statistica aggiungendo che in termini assoluti, le diminuzioni più rilevanti si riscontrano tra i pensionati di vecchiaia (quasi 94mila in meno), tra quelli di invalidità previdenziale (circa 57mila in meno) e tra i superstiti (quasi 29mila in meno). Sono invece in aumento i pensionati sociali (+5mila circa) e quelli d’invalidità civile (+52mila)».
POVERTA’ – Rischio povertà più basso nelle famiglie con pensionati. Nel 2015 l’incidenza delle famiglie a rischio di povertà tra quelle con pensionati (16,5%) è sensibilmente inferiore a quello delle altre famiglie (24,2%). Il rischio è relativamente più elevato tra i pensionati che vivono soli (21,8%) o con i figli come
monogenitore (18,6%) e ancor più elevato nelle famiglie in cui il reddito del pensionato sostenta altri componenti adulti senza redditi da lavoro (34,9%). E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto Istat sulle condizioni di vita dei pensionati. Nel 2015 la stima del reddito netto (esclusi i fitti figurativi) delle famiglie con pensionati è di 29.227 euro (2.430 euro mensili), circa 1.400 in meno di quello delle famiglie senza pensionati, che è pari a 30.652 euro (2.550 euro mensili). La metà delle famiglie con pensionati non supera la soglia dei 23.280 euro (1.860 euro mensili), valore che scende a 19.755 euro nel Mezzogiorno, si aggira attorno ai 25mila euro nel Centro e ai 25,5mila euro nel Nord.
RENZI & C – Sono dati che debbono far riflettere tutta quell’armata di nemici dei pensionati, a cominciare da Matteo Renzi, Tito Boeri, Giorgia Meloni e Mario Giordano, che propongono continuamente interventi utili per penalizzare chi ha lavorato una vita pagando contributi alti e continua a svolgere un ruolo sociale di primaria importanza, costituendo un sostegno essenziale alla sopravvivenza delle famiglie.