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Statali, contratto: i punti principali, riguardano anche le coppie arcobaleno

Statali 1

Dopo una maratona all’Aran fra rappresentanti del Governo e sindacati è stato firmato, come voleva Renzi, il nuovo contratto degli statali, un buon viatico in vista delle elezioni, visto il crollo di gradimento del Pd e del rottamatore. Così la fedele ministra Marianna madia (che a differenza della Boschi non sembra combinare guai) ha potuto esultare per il traguardo raggiunto, visto che ormai da quasi dieci anni si attendeva questo rinnovo. Non è stato un percorso indolore, la firma è stata preceduta dalla sentenza della Corte Costituzionale, da tre manovre (per un totale di 2,8 miliardi di euro), e dalla riforma Madia.

Abbiamo illustrato a tappe le principali novità, adesso riteniamo utile riepilogare quando stabilito, prendendo a base l’eccellente sintesi fatta dal Sole24Ore. Diverse le novità: dall’aumento medio di 85 euro mensili lordi, alla stretta sui licenziamenti per conflitti d’interessi (ci rientrano anche suoceri, nuore, generi o cognati) alle precisazioni sulle clausole anti-assenteismo, per cui per un ‘furbo’ paga tutto l’ufficio solo davanti a casi privi di giustificazioni. E comunque le sanzioni più significative ricadranno su chi truffa, piuttosto che sui colleghi. Non poteva mancare il riconoscimento delle unioni civili, tanto enfatizzate da Matteo Renzi e dalla senatrice Pd Monica Cirinnà, con la concessione della luna di miele anche alle coppie omosessuali, un contratto modernissimo, direi arcobaleno. Salvi poi la pausa di mezz’ora e i buoni pasto. Viene invece messo un tetto agli straordinari (200 ore annue). Ai sindacati è stato riconosciuto un ruolo rafforzato in tutto ciò che riguarda turni e flessibilità. Ma ecco i punti principali in dettaglio:

Aumento di 85 euro lordi mensili
Il contratto prevede un aumento medio di 85 euro mensili lordi. Questo per il complesso dei dipendenti delle funzioni centrali, ovvero dipendenti dei ministeri, della agenzie fiscali e degli enti pubblici non economici (247 mila ‘teste’). Si va da un minimo di 63 euro a un massimo di 117 ma grazie a un’extra (21-25 euro mensili) da riconoscere alle fasce retributive più basse, almeno per dieci mensilità, l’adeguamento risulterà di almeno 84 euro per tutti. Le amministrazioni più ricche potranno contare su un plus (dai 9 a i 14,5 euro a testa) nel salario accessorio. Le tranche di rialzi andranno a regime da marzo. Attesa anche l’una tantum con gli arretrati da 545 euro.

Più voce ai sindacati, bonus eccellenza del 30%
Le organizzazioni dei lavoratori non saranno più solo informate delle decisioni prese dall’amministrazione, ma si darà vita a un confronto (una sorta di concertazione nella versione 2.0) e nelle materie che hanno riflessi sugli orari e sull’organizzazione del lavoro, si potrà anche contrattare (da turni a straordinari). I bonus di eccellenza non potranno più ricadere nella stessa proporzione su tutti e la maggiorazione del premio rispetto al resto del personale sarà del 30%.

Tetto a precarietà, durata massima di 4 anni
Il contratto a tempo determinato non potrà superare i 36 mesi, prorogabili di altri 12, ma solo se in via eccezionale. Come nel privato, il numero dei dipendenti a termine non potrà andare oltre il 20% del totale. Superate le soglie non si potrà essere assunti (si entra solo per concorso) ma l’esperienza maturata farà
punteggio.

Via chi commette molestie sessuali
Vengono rafforzate le sanzioni da infliggere in casi di molestie sul luogo di lavoro: in prima battuta il molestatore incappa in una sospensione (fino a un massimo di 6 mesi). Ma se il comportamento viene replicato scatterà l’espulsione definitiva. Via anche chi chiede regali sopra i 150 euro come scambio di favori.

Pugno duro su assenza «strategiche»
Si rimarrà fuori dall’ufficio e senza stipendio fino a due assenze ingiustificate in continuità con le giornate festive. La stessa sanzione è prevista per ingiustificate assenze di massa. Se la condotta si ripete si passa al licenziamento. E non si scappa, visto che tutto sarà registrato in un ‘fascicolo personale’. Soprattutto quando in un ufficio si registrano tassi di assenteismo anomali, non giustificabili, a rimetterci saranno tutti, visto che il monte premi non potrà essere aumentato. Una clausola tuttavia direziona la sanzioni maggiori sui singoli assenteisti.

Orari flessibili, permessi frazionabili e ferie solidali
La Pubblica Amministrazione apre le porte all’orario di lavoro “elastico”, con fasce di tolleranza in entrata e in uscita. Viene anche potenziata la possibilità di passare al part time. Inoltre anche nella P.a il lavoratore, su base volontaria e a titolo gratuito, potrà cedere ad un altro dipendente, che abbia necessità familiari (figli piccoli) o di salute, la parte che eccede le quattro settimane di ferie di cui ognuno deve necessariamente fruire. Prevista poi la possibilità di ‘spacchettare’ in ore (oggi sono riconosciuti in giorni, nel limite di 3), i permessi come quelli per motivi familiari o personali.

Stretta contro abusi legge 104
Di norma i permessi previsti dalla legge 104 sulla disabilità andranno inseriti in una programmazione mensile e solo in caso di “documentata necessità” la domanda potrà essere presentata nelle 24 ore precedenti. Intanto le tutele previste per le terapie salvavita vengono estese anche ai giorni di assenza dovuti agli effetti collaterali dei trattamenti (con un limite temporale di 4 mesi). Arrivano inoltre i permessi ad hoc per viste specialistiche.

Arriva welfare aziendale
In sede di contrattazione di secondo livello, le amministrazioni potranno riconoscere ai loro dipendenti benefit ad hoc, dalla polizze sanitarie alle borse di studio per i figli, dal biglietti gratis per i musei ai presiti facili. Gli statali potranno poi contare su un organismo ad hoc, con un focus su misure di prevenzione dello stress da lavoro e di fenomeni di burn-out.

Da rimprovero a sospensione, si apre a sanzione patteggiata
Arriva poi una sorta di clausola anti-ricorsi per gestire attraverso procedure di conciliazione le condotte da sanzionare, secondo il codice disciplinare del pubblico impiego. I tecnici parlano di “determinazione concordata della sanzione”, che ovviamente esclude la funzione più grave, quella del licenziamento.

Ma non è tutt’oro quel che riluce, già si annunciano malumori e rivendicazioni nel mondo della scuola e delle Forze di polizia, insoddisfatti di quanto ottenuto, soprattutto dal punto di vista economico.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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