Francoforte: restano invariati i tassi d’interesse, la decisione della Bce
FRANCOFORTE – «Restano invariati i tassi di interesse di riferimento e continua ad attendersi che rimangano sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo, e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività». È quanto si legge nel bollettino economico della Banca centrale europea, nel quale si ricorda inoltre che ‘nella riunione di politica monetaria del 14 dicembre 2017, il Consiglio direttivo ha concluso che un ampio grado di accomodamento monetario è ancora necessario per assicurare un ritorno dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2%’.
Ad ogni modo, le stime indicano un ritmo sostenuto dell’espansione economica e un significativo miglioramento delle prospettive di crescita e alla luce di questo, secondo il Consiglio direttivo, il forte slancio congiunturale e la considerevole riduzione della capacità inutilizzata nell’economia inducono a ritenere con maggiore fiducia che l’evoluzione dei prezzi convergerà verso l’obiettivo di inflazione. Tuttavia, si ammonisce nel bollettino, allo stesso tempo, le pressioni interne sui prezzi rimangono nel complesso moderate e devono ancora mostrare segnali convincenti di una protratta tendenza al rialzo. Per questo, il Consiglio direttivo ha concluso che un ampio grado di stimolo monetario rimane necessario affinché le spinte inflazionistiche di fondo continuino ad accumularsi e sostengano la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodò.
La dinamica dell’inflazione continua a essere uno dei nodi chiave per le decisioni di politica monetaria della Banca centrale europea. Come indicato nel bollettino economico, anche se nel mese di novembre ‘l’inflazione complessiva è lievemente aumentatà, tuttavia, ‘le misure dell’inflazione di fondo hanno registrato una certa moderazione di recente, in parte a causa di fattori straordinarì. In particolare, hanno inciso ‘alcune voci legate ai servizi, come le spese per l’istruzione in Italia e le assicurazioni per i trasporti in Germanià. E in questo contesto, nel bollettino si indica che ‘complessivamente, le misure dell’inflazione di fondo non hanno ancora mostrato segnali convincenti di una sostenuta tendenza al rialzò. In particolare, si spiega che ‘le pressioni sui prezzi a livello mondiale restano forti ma non si sono ancora trasmesse alle fasi successive della catena di formazione dei prezzi nell’area dell’eurò.
Ha invece registrato un aumento ‘la crescita delle retribuzioni negli ultimi trimestrì. In particolare, ‘tale incremento è stato essenzialmente determinato da un maggiore slittamento salariale, che tende a reagire più rapidamente agli andamenti ciclici rispetto alle retribuzioni contrattualì. In definitiva, si legge nel bollettino, ‘anche se gli effetti base al ribasso legati all’energia comporteranno probabilmente un lieve calo dell’inflazione armonizzata nel breve termine, si prevede che in seguito essa segua una dinamica al rialzo, raggiungendo l’1,7% nel 2020’.