
Cile: Chiese assaltate e danneggiate per protesta contro la visita di Papa Francesco
SANTIAGO DEL CILE – Esplodono le proteste del popolo cileno contro le spese enormi (10 milioni di pesos) impegnate per organizzare i tre giorni di visita nel Paese di Papa Francesco, che evidentemente non ovunque è gradito e raccoglie consensi. La nunziatura apostolica della capitale – che sarà la residenza del Papa nei tre giorni di trasferta dal 15 al 18 gennaio – è stata occupata per mezz’ora (poi liberata dalla polizia) da un gruppo di manifestanti riuniti sotto l’associazione di popolo Andha Chile, capeggiata dall’ex candidata presidenziale Roxana Miranda. Un gesto che segue gli attacchi a quattro parrocchie di diverse zone della città avvenuti questa notte. I manifestanti hanno occupato la nunziatura e lanciato bombe artigianali contro quattro chiese a Santiago del Cile, dove in queste ore, a due giorni dall’arrivo di Papa Francesco, sono scoppiate violente proteste contro la visita del Pontefice. Dietro alla rivolta del gruppo – organizzazione popolare che raccoglie anche alcuni disoccupati e senzatetto – non ci sono né problemi politici né di fede «ma piuttosto i milioni che si stanno spendendo» per l’accoglienza del Papa, come spiega Roxana Miranda sul suo account Twitter, annunciando l’inizio di una «agenda di lotta». Si parla di circa 10 milioni di pesos spesi per la visita del Papa, il 70% dei quali messi a disposizione dello Stato, il 30% a carico della Chiesa.
Un affronto a detta dei manifestanti, il cui slogan è «I soldi del fisco se li porta via Francisco». «Qui in Cile – si legge sull’account di Andha Chile – ci sono miseria, pedofilia, omicidi e nessuno fa niente, però si spendono milioni per un personaggio religioso». Sempre tramite i social sulla sua pagina di Twitter, Miranda ha pubblicato un video nel quale si vedono agenti delle forze di sicurezza cilene entrare nella sede della nunziatura, malgrado i manifestanti abbiano cercato di impedire l’accesso. Circa trenta minuti dopo, un nuovo messaggio ha riferito che gli autori delle proteste e dell’occupazione sono detenuti in un ufficio dei carabinieri cileni nel quartiere di Providencia.
Sempre le forze dell’ordine hanno sventato questa notte un attacco nel santuario di Cristo Pobre, situato vicino alla stazione della metropolitana Quinta Normal, dove un bidone era stato riempito di combustibile. Altre tre Chiese, invece, sono state danneggiate gravemente soprattutto nelle porte e facciate. Come ad quella di Santa Isabel de Hungría, nella zona della stazione centrale: lì i manifestanti hanno gettato un panno impregnato di combustibile all’ingresso e appiccato il fuoco, provocando un incendio poi sedato dai Vigili del fuoco. A Penalolén, alla cappella del Cristo Vencedor, ignoti facevano esplodere una bomba che ha provocato lievi danni, e a Recoleta, veniva colpita la cappella dell’Emmanuel intorno alle tre di notte (ora locale) con un ordigno che, esplodendo, ha squarciato una porta e rotto alcune finestre. Sul luogo dell’attacco è giunto nelle prime ore del mattino anche il ministro dell’Interno cileno, Mahmud Aleuy, che ha stigmatizzato l’uso della violenza in un Paese caratterizzato dalla libertà di opinione e annunciato che il governo farà causa a tutti i responsabili degli attacchi.
