Firenze: giornata mondiale del rifugiato e del migrante, anche Betori invita all’accoglienza
FIRENZE – La a 102a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, voluta fermamente da Papa Francesco e celebrata in grande stile in tutt’Italia, con la presenza di migliaia di ospiti accolti in ogni dove a nostre spese, è stata festeggiata anche a Firenze. Oggi, Domenica 14 Gennaio 2018, la giornata nella nostra città è culminata con la celebrazione eucaristica presso la Chiesa di S. Salvatore a Ognissanti presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Giuseppe Betori con la partecipazione dei rappresentanti delle comunità etniche presenti nella Diocesi.
Nell”omelia, citando Papa Francesco e i quattro verbi del tema della Giornata ”Accogliere, proteggere, promuovere, integrare”, Betori si è soffermato in particolare sul valore dell”accoglienza: “Noi accogliamo perché riconosciamo in ogni uomo e in ogni donna il volto di Gesù. Chiunque egli sia, da qualunque parte venga, per qualsiasi ragione arrivi da noi, qualsiasi sia la sua provenienza etnica o religiosa, in questa persona è Gesù che noi incontriamo”.
Sempre citando il Papa l”arcivescovo ha quindi ricordato che “le paure e i timori da parte di chi accoglie o chi e” accolto sono umanamente comprensibili, ma non devono condizionare le nostre scelte, le nostre risposte che devono essere generose. Il timore non deve diventare paura, rifiuto e odio. Le difficoltà ci possono essere – ha concluso Betori -, ma non dobbiamo permettere che i problemi prendano il sopravvento. Nei nostri cuori deve sempre vincere l”accoglienza”.
La processione d”ingresso e l”offertorio sono stati accompagnati dalle danze della comunità dello Sri Lanka, mentre i canti sono stati eseguiti da quella filippina, quella ucraina, e quella africana. In diverse lingue anche la preghiera dei fedeli: dall’albanese, allo spagnolo, fino al cinese.
E proprio sui concetti indicati dal Pontefice si è basata questa giornata che, come si può vedere dalle foto che pubblichiamo, ha visto la presenza di una colorita, colorata e festante moltitudine di immigrati, che hanno trasformato la Chiesa di San Salvatore a Ognissanti, per una volta, in un lembo caratteristico dell’Africa. Ma è questo che vuole la Chiesa Universale, accoglienza e integrazione, anche reciproca, senza limiti di numeri, anche mettendo a rischio la coesione sociale e a costo di spese enormi, che sarebbero utili piuttosto per alleviare la situazione di disagio degli oltre 4 milioni di poveri che si registrano in epoca renziana.