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Confedilizia: troppe tasse sulla casa, 8 richieste alla politica in vista delle elezioni

ROMA – Un settore dell’economia con un indotto sterminato, quello immobiliare, che può contribuire in maniera determinante allo sviluppo e la crescita dell’intero Paese ma che deve essere liberato dalla zavorra di troppe e vecchie norme e tasse e tributi per 50 miliardi l’anno. Ne è convinta Confedilizia che, sottolinea come i dati Istat ed Eurostat mettano in evidenza come l”Italia sia l’unico paese in
cui il mercato della casa non riparte.
Confedilizia aspetta risposte dalla politica, sottolinea il presidente dell’associazione Giorgio Spaziani Testa e, in vista delle prossime elezioni, stila un vero e proprio manifesto per il settore.
Ecco i punti principali:
– ritornare al livello di imposizione locale pre-Monti (dai 9 miliardi dell’Ici si è arrivati ai 21 di Imu e Tasi e sono ancora tassate molte “prime case”, quelle impropriamente definite di lusso), abbandonando il criterio patrimoniale.
– prevedere la deducibilità dei tributi locali dall’imposta sul reddito, come avviene in molti Paesi.
– estendere la cedolare secca sugli affitti, il cui successo è stato certificato dal Def, a tutti i contratti di locazione.
– stabilizzare la cedolare del 10% sugli affitti a canone calmierato e fissare un limite alla tassazione Imu-Tasi sulle case locate con questi contratti.
– eliminare la regola della tassazione dei canoni di locazione non percepiti e ripristinare la deduzione del 15% per i redditi da locazione (ridotta al 5% dal Governo Monti)
– adottare misure specifiche per salvaguardare i grandi investitori dell’immobiliare e politiche nuove per la riqualificazione delle città.
– liberalizzare i contratti di locazione di immobili non abitativi, ingessati da una legislazione vincolistica risalente a 40 anni fa (la legge sull’equo canone del ’78).
– fornire maggiori garanzie ai proprietari ai fini del rientro in possesso dell’immobile in caso di finita locazione o morosità.
-consentire alla proprietà immobiliare diffusa di sviluppare il turismo, anziché ostacolarla in modo miope.

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