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Migranti: aumentano a gennaio gli sbarchi in Italia, 2749. Il 60% del totale in Europa, mentre l’Oim registra i morti (201)

ROMA – Dall’inizio dell’anno sono sbarcati in Italia 2.749 migranti, il 14,88% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo dicono i dati del ministero dell’Interno. Ed è la prima volta che succede dal luglio scorso. Ma la novità di questo gennaio brucia al Viminale. Così i dati degli sbarchi vengono spacchettati: si sottolinea dunque che 2.195 sono quelli che provengono dalla Libia (l’anno scorso erano stati 2.226); i restanti 749 vengono perlopiù da Turchia e Tunisia. È soprattutto su queste nuove rotte che si appunta l’attenzione del ministero dell’Interno. L’11 gennaio scorso, per dire, nel porto di Crotone è arrivato un barcone proveniente dalla Turchia con 264 migranti a bordo, di nazionalità siriana, afghana, pakistana e irachena.

A riprova di come siano parzialmente cambiati i flussi, è cambiata anche la tavola delle nazionalità: in questi primi 22 giorni di sbarchi, al primo posto ci sono ora 257 pakistani («Per loro è facilissimo prendere un volo fino a Istanbul, poi si attiva la locale filiera dei trafficanti»), 232 tunisini (concentrati quasi tutti a Lampedusa. Ricominciano anche le partenze dalla Libia, che hanno avuto un’impennata tra martedì e mercoledì della settimana scorsa, quando 1.671 persone sono state recuperate da navi militari e navi umanitarie, poi sbarcate nei porti siciliani di Catania, Palermo, Augusta, Pozzallo, Messina.

OIM – Mentre l’Italia si preoccupa dei migranti che continuano ad arrivare, l’organizzazione internazionale delle migrazioni elenca le morti in mare, questione di punti di vista. Ma le organizzazioni internazionali e umanitarie, invece di snocciolare dati e pretendere sostanzialmente che l’Italia accolga tutti, dovrebbero preoccuparsi di limitare le partenze migliorando la situazione nei luoghi d’origine dei migranti soprattutto economici. Stavolta l’Oim sparge calde lacrime perché dall’inizio dell’anno al 21 gennaio scorso, 201 migranti e rifugiati hanno perso la vita nel Mediterraneo mentre tentavano di raggiungere l’Europa via mare: lo indicano gli ultimi dati resi noti oggi a Ginevra. Che confermano peraltro l’invasione del nostro Paese, visto che la stessa Oim ha registrato l’arrivo in Europa via mare di 4.485 migranti e rifugiati, di cui circa il 60% in Italia (2.749), il 19% in Spagna (848) ed il 20 % in Grecia (888).

Al di là della pietà per chi muore cercando una vita migliore, resta la considerazione fondamentale che neppure lo sforzo straordinario fatto dal ministro Minniti è valso a frenare l’invasione del nostro Paese, confermata dalle percentuali sopra indicate, tratte non da una statistica dei razzisti della lega, ma dall’organizzazione internazionale che si batte a spada tratta per far entrare i migranti in Italia e in Europa, tutto a nostre spese e con il sacrificio delle nostre popolazioni. Ricordiamo che i poveri nell’era di Renzi, che ha stipulato accordi per le porte aperte ai migranti, sono diventati 5 milioni in Italia, quanti sono i migranti accolti nel tempo nel nostro paese. Si arriverà prima o poi a una guerra fra poveri migranti e poveri italiani e forse allora anche Boldrini, Kyenge, Pd, associazioni caritatevoli, spesso interessate, si accorgeranno dei pericoli che una migrazione incontrollata e indiscriminata può provocare per il nostro paese.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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