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Piombino, Aferpi: dopo l’incontro Calenda- sindacati si pensa al commissariamento dell’azienda

Lo stabilimento Aferpi (ex Lucchini)

ROMA – La soluzione per Piombino ancora non c’è, ma dal tavolo al ministero dello Sviluppo economico con i sindacati è emersa la volontà di dare un’accelerazione alla vertenza sulla ex Lucchini, ribattezzata Aferpi e nella mani dell’algerina Cevital, gruppo guidato da Issad Rebrab. Il piano di rilancio secondo Fiom, Fim e Uilm non ha portato a nulla e lo stabilimento è fermo. Da quanto riferiscono i
metalmeccanici, si lavora per dimostrare l’insolvenza così da poter mettere da parte l’attuale proprietario e tornare di nuovo all’amministrazione straordinaria.
La parola chiave è subito. I sindacati e il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, sul punto non hanno dubbi. Anche perché la fabbrica rischia di non poter partecipare alle gare e perdere importanti ordini. Il prossimo appuntamento è stato fissato per martedì prossimo, 6 febbraio.
Il sindacalista della Fiom, Mirco Rota, sottolinea come «aspettare la prima udienza in Tribunale sull’inadempienza di Cevital, fissata al 17 luglio, non sia possibile». Toccherebbe quindi dare prova dell”insolvenza, cosa che, spiega ancora Rota, potrebbe palesarsi se Rfi dovesse mettere Piombino nella black list, perché inadempiente. Infatti, ricostruisce sempre il sindacalista, ormai le ferrovie, Rfi, è rimasto l’unico
cliente. E se lo stabilimento non fa rotaie, salta le commesse, la situazione diventerebbe ancora più critica. Certo, ammette Rota, la strada è complicata ma un nuovo acquirente al momento non esiste (nelle puntate precedenti si era parlato, tra gli altri, di Jindal, British steel). Per Raffaele Apetino della Fim già martedì «si capirà se ci sono i presupposti per l”insolvenza immediata, che permetterebbe di procedere al commissariamento e in questo modo garantire continuità lavorativa». C”è da precisare che al momento Piombino è sì vigilata ma la proprietà è di Cevital. Con l’amministrazione straordinaria invece i commissari tornerebbe ad avere il controllo.

Di sicuro secondo Vincenzo Renda della Uilm il ministro ha recepito «la necessità di accelerare: Rebrab va cacciato altrimenti lo stabilimento di Piombino resta fermo».
La preoccupazione resta ma dopo l”incontro c’è anche speranza. La penserebbe così il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, fiducioso che Calenda riesca a trovare una soluzione.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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