Skip to main content

Fondi europei: l’Italia rischia di perdere 40 miliardi nel dopo-Brexit

BRUXELLES – Parte in salita il confronto tra i 27 sul futuro bilancio pluriennale dell’Unione per il post-Brexit. I leader dei Paesi Ue hanno iniziato un confronto che si annuncia più complesso di quanto sia avvenuto in precedenza e che per l’Italia vale oltre 40 miliardi di fondi strutturali.
La proposta più controversa l’ha messa sul tavolo la cancelliera tedesca Angela Merkel, chiedendo di legare l’erogazione dei fondi Ue alla volontà e alla capacità di accoglienza dei migranti. Un’idea che favorirebbe senza dubbio l’Italia e che è stata subito bocciata dai Paesi del gruppo di Visegrad – Polonia, Ungheria, Re,Ceca e Slovacacchia – cioè quelli che di fatto si sono rifiutati di prendere la loro quota di richiedenti asilo da Italia e Grecia. Si è apertamente schierato in favore della proposta Merkel è stato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, secondo il quale “le regole vanno rispettate sempre”, non solo quando sono a proprio vantaggio. “Noi aspettiamo che i Paesi dell’Est rispettino il principio della solidarietà”.

Sulla stessa linea il premier Paolo Gentiloni: “Non c”è dubbio che rispetto al bilancio di alcuni anni fa oggi la priorità delle questioni migratorie deve diventare una parte fondamentale dell”impegno finanziario dell”Ue”.
Altro nodo cruciale da sciogliere è quello delle risorse. La Brexit causerà un ”buco” da 10-15 miliardi l”anno e dal 2021 in poi per fare fronte alle nuove sfide – migrazioni, difesa, sicurezza – senza intaccare le politiche di coesione e i fondi destinati all”agricoltura sarà indispensabile accrescere i contributi nazionali e/o trovare nuove risorse comuni che potrebbero venire, ad esempio, dalla web tax.

“Molti, 14 o 15 Paesi, oggi si sono detti disposti ad aumentare i loro contributi”, ha detto Juncker, esprimendo un cauto ottimismo. Peccato che l”accordo sulle prospettive finanziarie Ue debba essere trovato all’unanimità e che un’agguerrita pattuglia di ”falchi” nordici formata da Olanda, Svezia, Danimarca e Austria non ne voglia sentir parlare. E se le risorse del bilancio non aumenteranno, per affrontare le nuove sfide scatteranno tagli che metteranno a rischio anche i 40 miliardi di cui ora beneficia l’Italia.

Il vero confronto tra Paesi scatterà comunque solo dopo che la Commissione Ue presenterà a maggio le sue proposte. Con l”obiettivo di chiudere possibilmente, ma non molto realisticamente, le trattative prima delle elezioni europee che si svolgeranno a maggio del 2019.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Firenze Post è una testata on line edita da C.A.T. - Confesercenti Toscana S.R.L.
Registro Operatori della Comunicazione n° 39741