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Torino: avviata la procedura disciplinare contro la maestra che insultava e minacciava le forze dell’ordine

ROMA – «È inaccettabile ascoltare dalla voce di una docente parole di odio e di violenza contro le Forze dell’Ordine». La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, attraverso l’ufficio scolastico del Piemonte, ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti di Lavinia Flavia Cassaro, l’insegnante che giovedì scorso al corteo degli antagonisti contro CasaPound, a Torino, e’ stata ripresa in tv mentre insultava e minacciava le forze dell’ordine. Un provvedimento disciplinare che potrebbe sfociare anche in un licenziamento. Un provvedimento, quest’ultimo, invocato dal segretario del Pd, Matteo Renzi, per il quale una persona così non ha «diritto di stare in classe come insegnante in una scuola pubblica» e anche dal vice presidente del Senato, Roberto Calderoli che parla di «cattiva maestra, come quelli purtroppo conosciuti negli anni di piombo».
La maestra Cassaro prova a difendersi. «Non auguro davvero la morte a nessuno ma ero arrabbiatissima. Ho detto quello che pensavo ma è stato travisato». E aggiunge: «Mi sento stupida. Ho dato adito a costruire un castello mediatico. Se fossi riuscita a mantenere la lucidità
avrei espresso meglio i miei pensieri. Mi sento in colpa? Nei confronti dei miei compagni. Non avrei dovuto cadere in questi tranelli e farmi travolgere dalla passione e dalla rabbia – continua l’insegnante – ma la nostra Costituzione dichiara che il fascismo è un reato e CasaPound è esplicitamente un partito fascista. Io mi sento profondamente antifascista. Non dico che cosa voto, di certo l’unica vera forza politica di sinistra è Potere al Popolo».
Intanto, mentre la questura di Torino ha trasmesso una informativa in procura sul caso, la figlia di un carabiniere ha scritto alla Cassaro una lettera aperta definita dal Cocer una «grande lezione di educazione civica». Alla maestra elementare è indirizzato pure il toccante
messaggio di Miki Fezzuoglio, 12 anni, figlio del carabiniere di Bella (Potenza), Donato Fezzuoglio, ucciso a Umbertide (Perugia)
nel 2006 mentre stava sventando una rapina: «Vorrei mai più manifestazioni che incitano violenza, chi parla dovrebbe evitare
parole che uccidono quanto quel proiettile di kalashnikov sparato alle spalle di quel carabiniere che per me voleva un mondo a colori».


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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