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Torino: la maestra anti forze dell’ordine e antifascista indagata e sottoposta a procedimento disciplinare. Rischia il licenziamento

TORINO – La maestra che voleva combattere in ogni modo i movimenti neofascisti, e che ha augurato la morte alle Forze dell’ordine, sta avviandosi a pagare il fio del suo comportamento e delle sue esternazioni. Si apprende infatti che è indagata per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce Lavinia Flavia Cassaro, la maestra che a Torino ha insultato pesantemente le forze dell’ordine che fronteggiavano il corteo degli antagonisti intenzionato a bloccare un’iniziativa di Casapound. Il titolare del fascicolo di inchiesta- che comprende anche gli altri indagati legati agli scontri – è il pm Antonio Rinaudo, che ben conosco e non fa sconti a nessuno, abituato a perseguire eversioni di sinistra e di destra, esponenti No Tav.

L’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte intanto ha notificato il procedimento disciplinare nei confronti della docente. I genitori della Leonardo da Vinci – la scuola ove è in servizio l’insegnante – avevano infatti chiesto a gran voce di allontanare la maestra ricordando vari episodi di aggressività nei confronti di bambini e genitori. Sulla vicenda era intervenuta anche la ministra Fedeli, incaricando l’ufficio scolastico per il Piemonte di iniziare il procedimento disciplinare.

«La sanzione prospettata – spiega il direttore Fabrizio Manca – è quella del licenziamento». Il procedimento, anche a seguito di approfondimenti effettuati dagli uffici, era stato attivato già nella giornata di ieri «in considerazione della gravità della condotta tenuta dalla docente che, seppure non avvenuta all’interno dell’istituzione scolastica, contrasta in maniera evidente – prosegue Manca – con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all’immagine stessa della pubblica amministrazione». Attendiamo i commenti dei fieri oppositori dei movimenti neofascisti, visto che la maestrina aveva giustificato il suo comportamento con la sua fiera avversione al fascismo, in ossequio al dettato della Costituzione.

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