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Reddito di cittadinanza: l’assegno (promesso) che al sud ha lanciato i grillini. Molti già lo chiedono

Il Reddito di cittadinanza, ma sarebbe meglio chiamarlo reddito minimo garantito, o condizionato, è un aiuto alle famiglie povere. Si tratta di un assegno mensile di 780 euro, nel caso di un single, che sale per i nuclei familiari con più componenti (1.560 euro per una coppia di disoccupati con un minorenne a carico), che nelle intenzioni dei grillini dovrebbe essere erogato a tutte le famiglie con un reddito inferiore alla soglia di povertà (ossia 780 euro). Chi ha zero reddito incassa tutto l’assegno, chi ha un reddito inferiore a 780 euro, una integrazione fino a questa soglia.

Per ottenerlo, secondo la proposta grillina, è necessario iscriversi ai centri per l’impiego e cercare attivamente un lavoro per almeno due ore al giorno. Bisogna rendersi disponibili a un impiego e c’è l’obbligo di accettare almeno una proposta su tre che dovessero arrivare dagli uffici di collocamento. La proposta si può rifiutare se non è attinente alle proprie propensioni e ai propri interessi. Quanto costa il Reddito di cittadinanza? I grillini citano una valutazione dell’Istat che quantifica le risorse necessarie in 14,9 miliardi.

Non tutti concordano con questa valutazione, anzi. Secondo gli economisti della voce.info, Massimo Baldini e Francesco daveri, il costo sarebbe invece di circa 29 miliardi di euro. Infatti i numerosi riferimenti al criterio Eurostat nel Ddl presentato dai grillini lasciano intendere che la misura sia rivolta a tutte le famiglie che, appunto, hanno un reddito inferiore alla soglia Eurostat. Secondo i più recenti dati Eurostat, nel 2016 la soglia di povertà è di 9748 euro per una persona sola (812 euro al mese), di 20.741 euro per una coppia con due figli (1.706 euro al mese). Nel 2016 sotto la soglia si trova perciò il 20,6 per cento dei residenti, circa 12,5 milioni di persone. In pratica, il disegno di legge M5S definisce una misura che dovrebbe colmare integralmente il divario di povertà relativa, cioè la distanza tra la soglia e il reddito disponibile della famiglia. Se nel campione Eu-Silc proviamo a replicare questi criteri e a stimare quanto costerebbe il sussidio, otteniamo 28,7 miliardi. È una stima quasi doppia rispetto a quella di 14,9 miliardi presentata dal presidente dell’Istat in un’audizione parlamentare, ma molto simile a quella (30 miliardi) presentata dal presidente dell’Inps Tito Boeri in un’audizionealla commissione Lavoro del Senato.

E pensiamo che non siano numeri sostenibili dalle nostre finanze pubbliche, come osservano gli esperti citati e, non ultima, la Commissione Ue.


Ezzelino da Montepulico


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