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Olimpiadi 2026: Grillo candida Torino, dimenticando il no a Roma 2024. Ma il Coni ha in serbo una sorpresa

TORINO – Roma no, Torino si. Fra mille polemiche, anche interne ai CinqueStelle, Beppe Grillo fa dietrofront, e dopo aver bocciato Roma ci ripensa si schiera per il sì alla candidatura di Torino per le Olimpiadi invernali del 2026. E’ avvenuto l’altra sera, durante un collegamento telefonico con gli attivisti della città sabauda. Come riportato da alcuni quotidiani, il comico genovese ha affermato: «Dobbiamo provare a ideare un’Olimpiade diversa, un’olimpiade sostenibile, a zero debiti, non possiamo perdere l’opportunità di dimostrare che il Movimento sa raccogliere le sfide e provare a gestire cose complicate».

A Torino l’Olimpiade si può fare, dimenticando che una delle carte di maggior successo giocate dall’Appendino e dal Movimento in campagna elettorale fu proprio quella delle finanze dissestate dalla scelta del centrosinistra di ospitare a Torino i Giochi 2006. A Roma Raggi, per giustificare il gran rifiuto, affermò che le Olimpiadi sarebbero state un affare per i costruttori, che non fossero sostenibili dal punto di vista economico. A Torino, invece, molte infrastrutture ci sono già e possono essere riutilizzate, questo il ragionamento dei 5Stelle piemontesi, distro al loro guru.

Fin qui la politica, ma in questo tema è essenziale il parere e l’iniziativa delle autorità sportive e olimpiche, in particolare del presidente del coni Giovanni Malagò.

Dell’eventuale candidatura olimpica di Torino per i Giochi invernali del 2026 si parlerà solo quando ci sarà il nuovo governo. Questa è almeno la linea di Giovanni Malagò, il presidente del Coni. Rispettoso dei ruoli e delle leggi, il numero uno dello sport italiano non commenta le parole di Beppe Grillo, pur non dimenticando lo schiaffo di Roma 2024. Il regolamento Cio prevede che sia la città attraverso il Comitato olimpico nazionale, e quindi il Coni nel nostro caso, a candidarsi per le Olimpiadi. Potrebbero esserci però dei colpi di scena, molti sospettano che potrebbe spuntare la candidatura di Milano. Nel caso di due candidature il Coni molto probabilmente sceglierebbe il capoluogo lombardo, ma molte gare di sci si svolgerebbero in Valtellina e in provincia di Torino, che avrebbe molto spazio, potendo sfruttare gli impianti costruiti per il 2006. Questa sarebbe la soluzione olimpica e salomonica auspicata dal Coni, sempre che entrambe le città presentino la loro candidatura.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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