Terroristi in Tv: la protesta del Siulp, troppa pubblicità per i protagonisti degli anni di piombo
ROMA – «Quanto accaduto con le interviste ad alcuni terroristi, assassini spietati e condannati a vari ergastoli, che in un Paese civile avrebbero dovuto finire i propri giorni in carcere anziché imperversare in alcuni studi Tv come i detentori della verità di uno dei periodi più bui e violenti della storia della nostra democrazia, è orripilante e inaccettabile». Così Felice Romano, segretario del sindacato di polizia Siulp, che chiede al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, “da cui dipende l’Autority per l’informazione e l”editoria, di fare giustizia e di ridare dignità a tutte le
vittime che si sono immolate per la difesa del nostro Paese”.
“In una società civile e veramente democratica – aggiunge Romano – questi personaggi, non solo non dovrebbero avere tali opportunità di parlare a milioni di italiani, ma avrebbero dovuto perdere, già dal primo ergastolo, ogni diritto civile che è prerogativa dei cittadini perbene di una società civile e democratica che ripudia la violenza e la guerra come atto imprescindibile per la propria esistenza”.