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Firenze: l’omelia in Duomo del Cardinal Giuseppe Betori, omaggio al card. Ernst Simoni e un appello a più amore e fraternità

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FIRENZE – Il cardinale di Firenze Giuseppe Betori nell’omelia per la Domenica delle Palme, pronunciata oggi nella messa in Cattedrale, ha ricordato il gesto del presidente dell’Albania, Ilir Meta, di esser presente alla messa per la Domenica delle Palme , che riveste particolare significato in considerazione della vicenda umana e religiosa del cardinale Ernest Simoni, un tempo umile sacerdote a lungo perseguitato per la sua fedeltà a Cristo e ora membro del Collegio Cardinalizio per volontà di Papa Francesco, che con tale scelta lo ha indicato alla Chiesa universale quale testimone autentico e coraggioso della fede cristiana». Il cardinale Simoni, che è stato perseguitato lungo tempo dal regime comunista albanese, vive a Firenze ed è legato alla Chiesa fiorentina.
«Che la sua Patria – ha aggiunto Betori – oggi lo onori, appare a tutti noi come un segno di riscattato riconoscimento della dignità della sua persona, dopo essere stato perseguitato da un regime ostile a Dio e all’uomo per circa 27 anni, fra carcere duro e lavori forzati. Ce ne rallegriamo per
l’affermazione della verità e per il risarcimento della giustizia. E siamo lieti di constatare come il suo Paese, l’Albania, attraverso un cammino di recupero della propria identità, in vari modi lungamente conculcata nei secoli fino ai tragici decenni della seconda metà del secolo scorso, appare ora invece riportata alle proprie radici culturali, popolari, religiose e autenticamente democratiche».

Nella sua omelia Betori ha fatto un accenno anche alla situazione del nostro paese, affermando che «abbiamo bisogno di superare un approccio parziale ai bisogni pur reali delle persone e dei gruppi sociali. Occorre una visione unitaria, che nasca da una volontà di dedizione in cui si cerca insieme la soluzione ai problemi di fondo, soprattutto dei più deboli: le famiglie, i giovani, chi
non ha lavoro, chi vive nella povertà e nella marginalità, chi soffre di malattie e disabilità gravissime, quanti sono nelle carceri, chi è giunto tra noi fuggendo guerre e fame. Occorre
pacificare, ricostruire, ricucire, come ha ricordato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani, richiamando l’appello a ”più amore, più fraternità”, fatto da
Alcide De Gasperi nel giugno 1953″.
Durante l’omelia, il cardinale Betori ha parlato anche della “concretezza a cui richiama con insistenza” anche “Papa Francesco, invitando a essere presenti nelle periferie dell”umanità, là dove Cristo continua a essere oltraggiato e ferito nei poveri e negli emarginati, in quanti vedono negata la
dignità della loro vita, dai bambini a cui è negata l”esistenza, ai giovani a cui è ostacolato un futuro, ai profughi a cui è rifiutata l”accoglienza, agli anziani e ai malati lasciati soli nelle loro precarietà”.

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