Concorsi: regioni e comuni non vogliono rispettare i limiti previsti per quelli statali
ROMA – Regioni e Comuni decideranno ciascuno per proprio conto se condividere in un’unica banca dati online, il ”Portale del reclutamento”, le informazioni relative a tutti i concorsi pubblici e dunque anche le graduatorie, per il reclutamento del personale. E’ questa una delle principali condizioni poste al governo dagli enti territoriali nel dare il via libera ai nuovi concorsi pubblici delineati nelle linee guida del ministro della Pa Marianna Madia.
«L’adesione e la conseguente trasmissione delle informazioni alla banca dati da parte degli enti territoriali è rimessa alla determinazione degli enti territoriali” si legge nel documento che è stato consegnato al governo nel corso della Conferenza Unificata del 21 marzo, dove appunto è stato dato un avviso favorevole all’accordo a condizione che venissero modificati alcuni punti.
Nel sistema informatico nazionale infatti, accessibile alle amministrazioni pubbliche e ai cittadini, si prevede che confluiranno anche le graduatorie finali e il loro monitoraggio, consentendo così alle amministrazioni di condividere le graduatorie. Il Portale del reclutamento potrà sviluppare attività di gestione dei concorsi e di processi connessi come, ad esempio, la standardizzazione dei moduli di domande di partecipazione ai concorsi, la presentazione telematica delle istanze e il pagamento telematico delle tasse per partecipare ad un concorso.
Quanto alla formazione di graduatorie e alla novità introdotta dalla riforma Madia sul tetto del 20% del numero di eventuali idonei per o posti messi a concorso, le autonomie chiedono un ammorbidimento e dunque la facoltà di prevedere questo limite e non una perentoria previsione, nel merito chiedendo di sostituire la frase “relativa alla previsione, nel bando, del numero” degli eventuali idonei con le parole: ”relativa alla facoltà di prevedere, nel bando, un numero” degli eventuali idonei.
Spicca anche un altro emendamento di Regioni e Comuni alle Linee guida della Madia, laddove si precisa che lo svolgimento dei concorsi in forma centralizzata o aggregata, in sostanza i concorsi unici, con prove in ambiti territoriali ampi, (prevedendo anche la possibilità che si possano svolgere in ambito regionale), “è una pratica obbligatoria per le amministrazioni centrali e comunque fortemente consigliata per tutte le restanti amministrazioni”, ecco che le autonomie chiedono di sostituire la frase “comunque fortemente consigliata” con “rappresenta un”opportunità”.
Inoltre, “nel novero dei principi generali ma con carattere non vincolante, si propone nell”ambito delle procedure concorsuali per il ruolo dirigenziale di prevedere la possibilità di effettuare, oltre alle tradizionali prove d’esame, una prova pratica di assessment individuale e di gruppo volta all’accertamento delle capacità e competenze attitudinali, organizzative e gestionali”.
Insomma le autonomie locali, in primis le regioni, vogliono essere libere di continuare ad assumere chi vogliono, e la madia pare intenzionata a dare il via libera, tanto le conseguenze, funzionali ed economiche, ricadranno sul prossimo governo.