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Francia immigrazione: il ministro dell’interno ammonisce, molte regioni in crisi per la marea di rifugiati e migranti

Collomb

PARIGI – Anche in Francia, paese più abituato del nostro alla presenza di migranti, molti dei quali provenienti dalle ex colonie, molti ancora francesi da due o tre generazioni, la questione dell’immigrazione è fra le più scottanti e travaglia anche la maggioranza di Macron. una parte del en Marche, il movimento del presidente, si dice infatti contraria ai progetti di legge restrittivi presentati dal governo.

La denuncia della situazione, grave, arriva dallo stesso ministro dell’interno, Gérard Collomb, un fedelissimo di Macron. Il ministro dice senza mezzi termini che diverse regioni francesi« sont en train de se déconstruire parce qu’elles sont submergées par des flux de demandeurs d’asile », tradotto, sono in gravissima crisi perché sommerse dal flusso enorme di richiedenti asilo. Lo ha detto il ministro aprendo il dibattito sulla nuova legge per l’asilo e l’immigrazione all’Assemblea Nazionale di Parigi. E ha aggiunto, rivolto ai colleghi della maggioranza che criticavano la troppa severità del testo: «ce sujet parce qu’il n’avait pas été maîtrisé, a vu dans un certain nombre de pays déferler la vague des populismes et remettre en cause le droit d’asile »; tradotto, questo tema, non gestito a dovere in alcuni paesi (chiaro il riferimento all’Italia ndr) ha scatenato un’ondata di populismo e ha rimesso in forse il diritto d’asilo.

Parole durissime, quelle pronunciate dal ministro, che suonano come un avvertimento alla maggioranza En Marche spaccata sulla futura legge sull’asilo e l’immigrazione che alcuni considerano eccessivamente dura. «Se restiamo fermi – ha aggiunto – saranno diverse centinaia di migliaia le persone da accogliere ogni anno in Francia. Possiamo pensare di costruire ogni anno una città di taglia media per accogliere questi rifugiati?, si è chiesto retoricamente il ministro dinanzi all’Assemblea Nazionale. Se non lo facciamo, dove andranno? Sistemarsi in quartieri disagiati in cui andranno ad aggiungere miseria alla miseria (…) Allora non bisognerà stupirsi se domani si produrrà nel nostro Paese un certo numero di derive». Chiedendo di dar prova di solidarietà, di generosità, ha sostenuto vigorosamente che «tutte le persone che non hanno ragione di restare in Francia perché non hanno diritto d’asilo devono essere ricondotte alla frontiera». Come sta avvenendo in effetti con l’Italia.

Parole sagge di un politico che ha veramente a cuore l’avvenire del proprio paese e che non si fa obnubilare da discorsi di solidarismo e accoglienza spinta all’eccesso, come avviene da noi a causa delle opinioni e soprattutto delle azioni di associazioni cattoliche e di sinistra, e delle relative gerarchie e partiti. Dovremmo prendere esempio dalla Francia, che ha però il vantaggio di avere una sinistra più moderna, di non avere più il Papa ad Avignone, una maggioranza governativa solida e di non avere regioni e enti locali che influenzano o, peggio, ostacolano le decisioni governative, soprattutto se ritenute di destra.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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