Firenze: a Palazzo Medici Riccardi il ContempoArtEnsemble presenta «Gilda mia Gilda»
FIRENZE – Martedì 10 aprile nella Sala Luca Giordano di Palazzo Medici Riccardi il ContempoArtEnsemble, in coproduzione con gli Amici della Musica di Livorno, presenta «Gilda Mia Gilda ovvero Rigoletto». Un concerto in cui la musica da camera incontra l’opera, con una straordinaria rielaborazione cameristica del Rigoletto realizzata nella drammaturgia dal compianto Vittorio Sermonti, scrittore, traduttore, regista televisivo e teatrale, grande lettore e commentatore di Dante, e con la musica di Michele Dall’Ongaro, compositore, musicologo, conduttore radiofonico e televisivo, attuale Presidente-Sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma.
La parte musicale dello spettacolo sarà eseguita dai Solisti di ContempoArtEnsemble (Duccio Ceccanti e Clarice Binet al violino, Edoardo Rosadini alla viola, Giorgio Marino al violoncello e Pietro Horvath al contrabbasso) diretti da Vittorio Ceccanti.
La parte recitativa dello spettacolo vedrà la partecipazione dell’attrice Sonia Bergamasco, volto molto noto al pubblico sia in campo cinematografico (ha recitato tra gli altri con registi come Bernardo Bertolucci, Liliana Cavani, Giuseppe Bertolucci, Marco Tullio Giordana, ecc.) e televisivo, dove ha riscosso grande successo nelle innovative e fortunate serie Tv Tutti pazzi per amore e Una grande famiglia di Riccardo Milani, oltre ad essere l’ultima interprete di Livia, compagna del Commissario Montalbano, nella fortunata serie TV di Rai 1. Ha vinto numerosi premi quali il Duse, il Nastro d’argento come attrice protagonista, il Flaiano come miglior interprete, il Premio Alida Valli come migliore attrice non protagonista e il Premio CIAK d’oro.
GIUSEPPE VERDI QUARTETTO IN MI MINORE PER ARCHI
Verdi sosteneva una tesi molto semplice: se i compositori del “Nord” e quelli del “Sud” hanno delle differenze è bene che queste differenze restino. Non aveva senso, in altre parole, rinnegare la grande tradizione operistica dell’Italia in favore di un’inesistente tradizione cameristica. Perché, dunque, comporre un Quartetto d’archi? Probabilmente per dimostrare che un compositore d’opera non era affatto un compositore di serie b e che anche lui era in grado di creare un quartetto in grado di rispettare le regole accademiche, con un utilizzo preciso (quasi virtuosistico) del contrappunto e con lo sberleffo di una fuga a concludere il quarto e ultimo movimento, quasi un presagio di quella che, qualche anno più tardi, avrebbe chiuso il Falstaff. “Se il quartetto sia bello o brutto non so… so però che è un quartetto!” fu il commento di Verdi alla composizione. Il Quartetto in mi minore venne composto da Verdi a Napoli nel marzo 1873, durante una forzata pausa causata dal rinvio di una nuova produzione di Aida: eseguito in Casa Verdi il 1 aprile 1873, davanti a un uditorio selezionatissimo e ristretto, il quartetto non avrebbe dovuto avere, almeno nelle intenzioni di Verdi, ulteriori diffusioni e fu solo dopo molte pressioni che l’autore acconsentì alla pubblicazione del brano nei cataloghi di Ricordi e Léon Escudier.
GILDA, MIA GILDA (PER NON DIRE IL RIGOLETTO)
“Perché diavolo di ragione uno si ficchi in certi guai non è mai ben chiaro. Ad esempio, tu se lì tranquillo che pensi ai fatti tuoi quando arriva Giorgio Battistelli che ti chiede “perché non riscrivi il Rigoletto?”. E invece di rispondergli “No, grazie. Non sono mica matto” – che sarebbe la cosa giusta – accetti con entusiasmo. Scopri pure di essere in compagnia di persone perbene, normalmente assennate, che parimenti si trovano alle prese con altri capolavori verdiani. E, insomma, siamo in quattordici. Più uno. Vittorio Sermonti che, grazie al cielo, ri-racconta Verdi a modo suo. Cioè come siamo abituati a sentirgli raccontare Dante, o Leopardi. E allora ti senti più tranquillo nel dialogare a distanza col bussetano, senza tanti complessi. Non si tratta mica di rifare Rigoletto (pardon: Gilda, mia Gilda è il titolo che abbiamo scelto) gareggiando col Maestro. Credo che nessuno sia così idiota. Si tratta invece di giocarci insieme, di prendere degli oggetti tanto familiari e passarli al setaccio. Portare Verdi nella tua officina. I baffi non glieli puoi fare, perché già li ha. Ma puoi spettinarli o tagliarli o strapparli. Raccontare Verdi smontandolo, fondendolo. Estrarre l’anima di una drammaturgia perfetta per ammirarne le molle, le viti, i bulloni. Dunque non ha tanta importanza se al posto della grande orchestra hai un quintetto d’archi. E forse nessuno avrà da ridire se il Narratore, ogni tanto, giocherellerà con un registratorino da quattro soldi, a bassissima qualità, per rincorrere suoni scappati. Niente fischi dal loggione se, magari, con la vociaccia che ci ritroviamo, si accennerà tutti insieme qualche pezzo famoso. Non una celebrazione ma una piccola festa di compleanno un po’ cannibalesca con Nonno Peppino. Spero che si diverta”. (Michele dall’Ongaro)
Martedì 10 aprile ore 21
Sala Luca Giordano, Palazzo Medici Riccardi
ContempoArtEnsemble in coproduzione con gli Amici della Musica di Livorno presenta
Gilda Mia Gilda ovvero Rigoletto
Giuseppe Verdi, Quartetto in mi minore per archi (Allegro, Andantino, Prestissimo, Scherzo Fuga. Allegro assai mosso). Duccio Ceccanti, violino, Clarice Binet, violino, Edoardo Rosadini, viola, Vittorio Ceccanti, violoncello
Michele Dall’Ongaro, Gilda, mia Gilda (per non dire Il Rigoletto). Melologo per voce recitante e quintetto d’archi. Testo e drammaturgia di Vittorio Sermonti. Sonia Bergamasco voce recitante; Solisti di ContempoArtEnsemble diretti daVittorio Ceccanti
Ingresso libero fino ad esaurimento posti – www.contempoartensemble.com
Il concerto sarà replicato venerdì 13 aprile alle 21:00 al Teatro Goldoni di Livorno