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Vitalizi Camera: il Presidente Fico dà 15 giorni di tempo per presentare un progetto di riforma

ROMA – I deputati questori di Montecitorio hanno quindici giorni di tempo per completare un’istruttoria volta a presentare all’Ufficio di presidenza una proposta sul superamento dell’attuale sistema dei vitalizi per gli ex parlamentari: lo ha disposto in ufficio di presidenza il presidente Roberto Fico.

L’istruttoria, ha spiegato Fico in ufficio di presidenza, dovrà tenere conto dei seguenti aspetti:
«Possibili modalità di ricalcolo con metodo contributivo dei trattamenti in essere; attenta valutazione dell’impatto delle varie ipotesi sui trattamenti più bassi; opportunità di fissare
un tetto per cui il ricalcolo non possa condurre a un trattamento migliore rispetto a quello attualmente goduto; valutazione della possibilità di una revisione della disciplina relativa ai vitalizi degli ex deputati condannati, ai fini di una maggiore effettività ed efficacia della disciplina stessa;
avvio immediato di consultazioni con i questori dell’altro ramo del parlamento Affinché si valuti la proposta di una disciplina uniforme in materia di vitalizi degli ex parlamentari. Penso – ha spiegato Fico – sia necessario procedere a un ricalcolo dei vitalizi che riequilibri in modo sostenibile il
rapporto tra quanto versato e le prestazioni erogate, così come sta avvenendo da due decenni per la generalità dei cittadini».

Si tratta di un principio ben accolto da una buona parte delle forze politiche e da una grande maggioranza di cittadini, per cui il nuovo presidente della camera non poteva non cavalcare l’onda populista, anche se si tratta di un obiettivo perseguito da tempo dal M5S. Fra i principi fissati ed enunciati da Fico, uno preoccupa. Se si accede alla modalità del ricalcolo con il metodo contributivo anche per i vitalizi passati, non ha senso è non è giusto, anzi è incostituzionale con piena evidenza, il criterio del divieto di aumento del trattamento, se dal ricalcolo si evidenzia il diritto a godere di una cifra più alta di quella fruita.

Un principio, oltre che incostituzionale, anche pericoloso per la generalità dei cittadini, soprattutto se si pensa che molte delle pensioni più elevate (quelle spregiativamente definite d’oro) godute dai funzionari di grado più elevato, andati in pensione con 45 anni e più di servizio, non solo non sarebbero penalizzate col ricalcolo contributivo, ma sarebbero addirittura aumentate. Visto che molti di questi soggetti hanno regalato diversi anni di calcolo allo Stato, considerato che la cifra viene determinata sulla base di 41 anni di servizio max. il resto dei contributi versati si regalano ai vari Boeri, Meloni, Giordano, M5S, che combattono con accanimento degno di miglior causa questa battaglia contro chi ha versato somme ingenti per contributi e tasse, durante tutta una vita lavorativa.

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