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Migranti, Toscana: baruffe a sinistra, centri di rimpatrio e ius soli dividono Nardella e Rossi

Una protesta contro i CPT alla caserma Quarleri di alcuni anni fa (foto Controradio)
Una protesta contro i CPT di alcuni anni fa (foto Controradio)

FIRENZE- Idee diverse in Toscana fra esponenti delle varie anime della sinistra in merito a Cpt e ius soli.

Il sindaco Nardella, ala renziana del pd, fedelissimo del rottamatore, aveva affermato giustamente di ritenere necessaria l’istituzione di un centro di rimpatrio anche in Toscana, perché gli immigrati irregolari socialmente pericolosi vanno rimandati nei loro paesi. E sullo ius soli aveva aggiunto che non fosse questo il momento di mettersi a parlarne.

Suscitando subito le ire di uno dei fondatori dell’alternativa a sinistra del Pd, Leu, Liberi e uguali, che si va sfasciando dopo il misero risultato elettorale. Il Governatore Enrico Rossi, da sempre ostile a Renzi rimane un fiero oppositore di qualsiasi centro di detenzione o di rimpatrio per stranieri, anche se pericolosi e critica ferocemente le scelte di Nardella. A suo giudizio la Toscana dovrebbe accogliere tutti.

Ma anche in merito allo ius soli arriva la risposta indiretta a Nardella da un altro esponente della regione, Vittorio Bugli, assessore regionale con delega all’immigrazione: «Nel 2017 in Toscana l’aumento di immigrati regolari è stato di 5mila unità, che equivalgono a 4.500 bambini nati, più 500 stranieri probabilmente regolarizzati dal percorso dei richiedenti asilo. In tutto – ha spiegato ai cronisti – parliamo di soli 500 nuovi immigrati adulti. Negli anni precedenti l’aumento c’era sempre stato in virtù della possibilità che veniva data di venire nel nostro Paese per le richieste di lavoro. Adesso le richieste sono andate ad annullarsi, mentre restano quelle come richiedenti asilo». Secondo Bugli dunque «ci sarebbe lo spazio per nuovi ingressi e per regolarizzare questa massa di migranti fatti entrare in una bolla, in una zona grigia. Questi bambini sono nati in Toscana, hanno un nome e un cognome, vanno a scuola, potrebbero avere il diritto e il dovere di essere cittadini. E invece, senza il riconoscimento dello Ius soli, questo non è possibile. Non è una questione di ideologia ma di pratica».

La sinistra toscana procede dunque a ranghi divisi, poche idee ma confuse. E non mi sembra un buon viatico per le prossime disfide elettorali, non tanto per le prossime comunali, alle quali peraltro Nardella ancora non avrebbe deciso di presentarsi, quanto per le future regionali, per le quali il centrodestra, forte dei risultati di Forza Italia e Lega, lancerà la sfida, e non è detto che stavolta parta perdente. Sarà una bella lotta, visti i risultati miseri della gestione del presidente riossi, che da 20 anni gestisce il potere, prima da assessore, poi da presidente, in particolare nella sanità toscana. Che non è poi quel modello che vogliono farci credere.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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