Consip, pm accusano: «Scafarto violò norme per inchiodare Tiziano Renzi»
ROMA – Novità nella vicenda Consip. I pm di Roma affermano che l’ufficiale dei carabinieri del Noe, Gianpaolo Scafarto, puntava ad «inchiodare Tiziano Renzi alle sue responsabilità e se si vuole ad arrestarlo», ma ciò sarebbe avvenuto anche attraverso un «travisamento dei fatti e violazione delle regole giuridiche di governo della prova indiziaria». E’ quanto emerge dall’atto di
impugnazione alla decisione del Riesame di riammettere in servizio il capitano dell’Arma.
Secondo i pm l’obiettivo di Scafarto di inchiodare Tiziano Renzi «si deduce da alcuni messaggi whatsapp e dalle conclusioni a cui si giunge nelle informative del 9 gennaio e del 3 febbraio 2017». A Tiziano Renzi, inoltre, Scafarto contesta una qualificazione giuridica del fatto che autorizzava la custodia cautelare in carcere, contro ogni logica giuridica e probatoria al fine di espropriare l’autorità
giudiziaria di qualificare il fatto stesso».