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Salute:cresce sempre più (8,3%) la spesa sanitaria sostenuta dagli italiani di tasca propria

Ticket Sanitari

ROMA – Il fallimento della gestione della sanità affidata alle Regioni e alle Asl è documentato amche dalla circostanza che la spesa per le cure sanitarie out of pocket, cioè sostenuta dagli italiani di tasca loro, è aumentata, mediamente, di circa l’8,3% fra il 2012 e il 2016, ma in maniera
disuguale nel Paese.

L’aumento è stato elevato nelle regioni del Nord, nel Centro i valori sono rimasti costanti, mentre sono diminuiti nelle regioni meridionali. E’ quanto rivela la XV edizione del Rapporto Osservasalute (2017), pubblicato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni Italiane, che ha sede all’Università Cattolica di Roma, e presentato oggi nella Capitale.
A livello nazionale la spesa privata raggiunge, nel 2015, la quota di 588 euro con un trend crescente dal 2002 a un tasso annuo medio dell’1,8%. «Tale evidenza può essere interpretata – sottolinea il
direttore scientifico dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, Alessandro Solipaca – come il risultato di scelte individuali di cittadini che, avendo la possibilità economica,
preferiscono rivolgersi al settore privato, ottenendo un servizio più tempestivo o di migliore qualità. D”altra parte non va dimenticato che spesso la compartecipazione alla spesa richiesta dal settore pubblico e confrontabile con la tariffa del privato».
Se nel Meridione i consumi out of pocket delle famiglie sono bassi, di contro la quota di persone che dichiarano di non aver soldi per pagarsi le cure è assai elevata. Si tratta di una persona su cinque,
quattro volte la percentuale osservata nelle regioni settentrionali.
Confrontando la situazione italiana con il contesto europeo, infine, il nostro Paese è 13.esimo in termini di quota di spesa out of pocket (di poco superiore alla media dell’Unione europea) e settimo con la quota più alta di persone che dichiarano di aver rinunciato a una prestazione sanitaria di cui avevano bisogno, quasi il doppio della media dell’Ue.

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