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Il rebus per Mattarella: governo politico se si accordano Lega e M5s o esecutivo di emergenza per andare ad elezioni

ROMA – Oggi 7 maggio iniziano le ennesime (speriamo ultime) consultazioni del prudente Mattarella, che in una giornata vedrà i responsabili di tutti i partiti e i presidenti di Camera e Senato, dopo aver sentito in anteprima i consigli (qualcuno sospetta gli ordini) del suo predecessore Re Giorgio Napolitano, che anche dal letto d’ospedale sembra non rinunci a influenzare ancora la politica italiana, non contento di quanto ha combinato finora.

Anche il Colle però ha prestato attenzione a quella che sembrava un’improvvisa accelerazione per un accordo
Lega-M5s, prospettato da Luigi Di Maio, con un premier terzo, anche se la confermata esclusione di Berlusconi sembra rendere quasi impossibile l’accordo. Che però, se fosse raggiunto, potrebbe essere favorevolmente accolto dal capo dello Stato, che sarebbe pronto a dare un incarico diretto per realizzare in tempi brevi un governo politico.

Sergio Mattarella riflette su due diverse possibilità. Intanto prepara di quel Governo di tregua, che costituisce la sua prima e principale opzione, visto lo stallo politico. Un Governo di emergenza la cui composizione (con dentro anche il Pd, come da sempre auspica Mattarella?) può essere determinante quando sarà il momento di presentarlo alle Camere per la fiducia.

Il secondo scenario, determinatosi nel fine settimana, si concentra sul rimaterializzarsi della possibilità di un Governo politico, visto che sarebbe quasi sicuro che un eventuale Governo di tregua, senza tentare di realizzare l’ultima opzione politica, andrebbe a schiantarsi in Parlamento visto che sia Di Maio che Salvini hanno a più riprese confermato che non gli daranno la fiducia.

La soluzione elettorale a breve scadenza sembra non piacere al presidente (influenzato da Re Giorgio Napolitano che ha bloccato la democrazia per quattro lunghi anni?). Mattarella comunque è consapevole chein ogni caso è indispensabile formare un Governo, anche solo per andare alle elezioni. Non hanno fondamento quindi le indiscrezioni (ultima di Carlo De Benedetti, che pensa ai propri interessi) che continuano a ripetere che potrebbe essere Paolo Gentiloni a gestire il percorso elettorale, ipotesi non esclusa neppure dal premier in un’intervista a Fabio Fazio.

Ma il Quirinale raffredda queste aspirazioni e ricorda che il presidente è un costituzionalista e un arbitro, e non potrebbe prolungare tout court l’azione di un Governo politico come quello Gentiloni. Opzione tra l’altro esclusa dalle principali forze politiche che mal digerirebbero una campagna elettorale gestita da ministri di vario tipo targati Dem. Senza dimenticare che al Consiglio europeo di giugno qualcuno dovrà rappresentare l’Italia e a quel punto occorre un premier nella pienezza dei poteri, con l’appoggio del Parlamento, che non sarebbe certo garantito ( i numeri sono impietosi, visto il crollo del Pd) all’attuale governo.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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