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Governo: molte nomine di enti pubblici, in primis la Rai, attendono il nuovo esecutivo

RaiROMA – C’è anche un consistente pacchetto di nomine nell’eredità che il governo uscente lascia ai nuovi inquilini di palazzo Chigi. Un tesoretto calcolato in qualcosa come 350 poltrone circa, tra Cda e collegi sindacali. Una lunga stagione di rinnovi che avrà il suo top nel biennio 2019-2020 ma che, in realtà, parte proprio in queste settimane con la scadenza dei vertici Rai e Cdp.
A viale Mazzini la corsa per il cambio della guardia al settimo piano è già partita: con l’approvazione del bilancio fissata al 30 giugno, a norma di legge, il vertice guidato dal duo Monica Maggioni-Mario Orfeo arriva al capolinea. La procedura per il rinnovo è già partita e con la nuova legge la scelta del Cda è rimessa al Parlamento. Ma l’indicazione del Dg e del presidente resta nel carnet dell’azionista, cioè il governo.
In Rai, tra le altre cose, il ricambio alla guida darà di fatto il via al rinnovo del board di alcune società satelliti dal ruolo chiave, come per il caso di RaiWay.

Altro rinnovo che scotta è certamente quella di Cdp, per il ruolo chiave e la rilevanza che nel tempo è andata acquisendo la Cassa depositi e prestiti per gli interessi pubblici. Il destino del board dovrà essere deciso a giugno, con
l’ok ai conti, quando bisognerà trovare gli eredi del presidente Claudio Costamagna e dell’Ad Fabio Gallia. Cassa depositi e prestiti proprio in queste settimane è accostata a Alitalia, per la quale il Cdm ha di recente prorogato fino a ottobre i termini per la vendita passando di fatto la palla al nuovo esecutivo, che troverà anche questo dossier sul suo tavolo.
Di prossima competenza del governo sono poi una serie di scelte per ruoli di primo piano, anche se meno visibili rispetto ai vertici di società pubbliche o partecipate. E’ il caso del Dg del ministero del Tesoro, con l’attuale titolare Vincenzo La Via di fatto scaduto e non prorogato come è accaduto di recente (per un anno) al ragioniere
generale dello Stato Daniele Franco.
Nel settore Difesa, poi, dopo l”estate sul tavolo dell’esecutivo ci sarà la scadenza del capo di stato maggiore, generale Claudio Graziano, e del segretario generale Carlo Magrassi. Da rinnovare anche i vertici Gse e Sogei.

Ma il capitolo più appetitoso sarà nel biennio 2019-2020, quando una dozzina di società quotate e controllate dal Tesoro avranno i vertici a fine mandato. Si tratta di un’infornata di Cda di primissimo livello, da Enel a Eni
passando per Snam, Terna, Poste, Leonardo, Italgas, Mps, Enav, Fincantieri e altre ancora. Si tratta di scelte che, di fatto, ridisegneranno la mappa del potere per i prossimi anni, dopo che in gran parte le scelte sono state fatte dal governo Renzi.
Un’altra serie di scadenze, non certo meno importanti, sono quelle cui si troverà prossimamente di fronte il nuovo Parlamento. Tra queste, c’è sempre la scelta dei componenti della Consulta, quella relativa al Csm e all’Antitrust, dove il il presidente Giovanni Petruzzella ha annunciato che lascerà il suo incarico a ottobre, in anticipo sulla
scadenza di novembre.

Forse anche per questo le trattative per il nuovo governo vanno a rilento.


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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