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Francavilla a Mare (Ch): getta la figlia di 12 anni dal viadotto, eppoi muore anche lui dopo un volo da 40 metri

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FRANCAVILLA A MARE (CH) – Momenti drammatici a Francavilla al Mare (Chieti) dove un uomo ha lanciato la figlia dal ponte del viadotto dell’autostrada A14. Morta sul colpo. Poi si è lanciato nel vuoto ed è morto anche lui dopo un volo di 40 metri. Sul posto ci sono Carabinieri, sanitari del 118 e Vigili del Fuoco. I soccorritori non hanno notato però alcun movimento della bambina, che giace al suolo. La tragedia non è escluso possa essere collegata con la caduta di una donna, stamane a Chieti, da un balcone al quarto piano. Soccorsa dal 118 la donna è morta in ospedale per le gravi lesioni riportate, si apprende da fonti sanitarie. Secondo le prime informazioni potrebbe essere la convivente dell’uomo e madre della ragazzina.

Il viadotto da cui l’uomo si è lanciato è alto circa 40 metri e l’area sottostante è molto impervia. Ha scavalcato la rete di protezione, a cui si continua a tenere aggrappato, ed ha i piedi poggiati su una soletta di cemento. Sul posto sono giunti alcuni parenti dell’uomo e anche la sorella. Ma non è valso a nulla. I soccorritori hanno trovato, sotto il viadotto, il corpicino senza vita della bambina e il corpo, esanime, dell’uomo.

AGGIORNAMENTO DELLE 22,00

Fausto Filippone, 49 anni, dirigente della ditta Brioni, muove i fili di una tragedia familiare che inizia a Chieti Scalo. Da un balcone precipita la moglie di Filippone, Marina Angrilli, 51 anni, classe ’67. Muore dopo la corsa in ospedale per le gravi lesioni riportate. In corso la ricostruzione della dinamica della caduta. Tra le ipotesi, quella di un femminicidio. Lei insegnante di lettere al liceo scientifico di Pescara, il Leonardo Da vinci, lui dirigente della ditta Brioni. Il matrimonio nel 2006, poi la nascita della bambina nel 2008. Tutto si svolge rapidamente, in una domenica di ordinaria follia. Le notizie si intersecano. Arrivano le immagini di lui abbarbicato fuori dal parapetto del viadotto aggrappato a una rete. Arriva la polizia che lo fa desistere dal tentativo di
lanciarsi. Arriva un mediatore, poi anche la sorella. Si cerca di far rientrare l’uomo. Si tratta. Le ore passano. Subito si vede il corpo della bambina nel fondo del viadotto a 30-40 metri. Il medico è in grado di constatare che è morta sul colpo. Lui non vuole che nessuno si avvicini al corpo della figlia. «Scusa,
scusa», urla a intervalli. Intanto arrivano i cronisti e le telecamere. Le immagini sono agghiaccianti. Arriva la notizia della donna morta dopo la caduta del balcone. Si ricostruiscono le loro identità e si comincia a capire la dinamica di una serie di eventi drammatici concatenati uno dentro l’altro.

Tutto inizia intorno alle 13,30. Chi passa a quell’ora sul viadotto dà l’allarme. Per tutto il giorno l’area è un continuo viavai di curiosi. Le piccole strade di campagna sono bloccate a causa delle tante automobili presenti. Persone cercano di raggiungere la zona a piedi. Ci sono tanti ragazzi, anziani,
famiglie con figli piccoli. C’è chi scatta foto, chi fa video e chi fa dirette sui social. Ci sono addirittura dei ragazzini che, in bici, riescono ad avvicinarsi al punto in cui si trova il corpo della piccola. Per le forze dell’ordine è un continuo richiamare ed allontanare i curiosi, che chiedono di sapere, di
vedere. Alcuni si confrontano su come andrà a finire, altri si informano su chi sono le persone coinvolte. Sette ore di attesa lunghissime, di interminabili trattative con le forze dell’ordine. Poi, alle 20, l’uomo si getta. Stavano allestendo un telone gonfiabile, ma Filippone muore sul colpo. La caduta della moglie è avvenuta dal secondo piano. Nessuno dei condomini, dalle testimonianze raccolte finora, avrebbe visto il copro precipitare nel cortile da un’altezza di circa 10 metri ma alcuni hanno sentito un urlo. Circa due mesi fa l’uomo aveva perso la madre, si è appreso. La zona è impervia. L’uomo, secondo quanto ricostruito, voleva lanciarsi da subito. Sconvolta un’intera comunità. Sia alla Brioni, dove i dirigenti non vogliono parlare, sia al liceo dove insegnava
Marina Angrilli.

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