Confesercenti: cancellare la Bolkenstein per gli ambulanti. Ha provocato danni per 7 miliardi
ROMA – Il commercio su aree pubbliche deve essere escluso subito dal campo d’applicazione della direttiva Bolkestein. È quanto chiedono gli operatori di Anva, la federazione che riunisce le imprese del commercio ambulante
Confesercenti, in occasione dell’Assemblea 2018 dell’associazione. Secondo l’Anva, il settore è in crisi gravissima e a pesare sugli operatori sono in primo luogo le incertezze legate alla direttiva europea recepita nel 2010 dall’Italia che, in base alla presunta scarsità di suolo, impone stretti limiti temporali alle concessioni, di cui prevede la contemporanea messa a bando.
«Gli effetti dell”incertezza e della confusione normativa sono evidenti. In 10 anni, il valore delle nostre imprese si è più che dimezzato, gli investimenti crollati, i mercati sempre più accerchiati da abusivi ed incuria. Circa 7 miliardi di euro di valore economico andati in fumo, mentre noi siamo sempre più precari», sostiene il presidente di Anva Maurizio Innocenti.
Secondo quanto spiega Confesercenti, gli effetti della Bolkestein erano stati in parte disattivati dall’Intesa in sede di Conferenza Stato Regioni stabilita nel 2012, una soluzione equilibrata che tutelava l’interesse delle imprese esistenti. Ma l’Intesa è stata di fatto cancellata dalla proroga dei termini, varata nel 2016 e riconfermata nel 2017. «Per questo – dice Innocenti- chiediamo al nuovo Parlamento e al prossimo esecutivo una svolta: venga cancellata subito la
proroga che smantella l”Intesa, e si proceda – entro il 2020 – ad una nuova legge di riordino del settore. Un nuovo impianto normativo che ci escluda dalla Bolkestein, cancelli i limiti al numero di concessioni, i riferimenti alla condizione reddituale e combatta l”abusivismo: quello ambulante vale 1,85 miliardi di euro l”anno. Una situazione di illegalità che sta portando al degrado di tutto il settore».