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Mattarella: si moltiplicano le minacce sul web, la polizia postale indaga

ROMA- Tweet, post su facebook, manifesti di giuristi, prese di posizione di sindaci e governatori: l’Italia si divide su Mattarella. La scelta del Capo dello Stato ha suscitato reazioni e moltissimi hanno voluto dire la loro sui social. In alcuni casi minacce di morte che evocano addirittura l”uccisione di Piersanti Mattarella, il fratello ucciso dalla mafia nel 1980. “Dovremmo fargli fare la fine del fratello”, si legge in un messaggio. E ancora: “Questo è un dittatore”. Tanto che la Polizia postale ha avviato un monitoraggio per segnalare all’autorità giudiziaria dichiarazioni che configurino reati.
Per qualcuno Mattarella ha “sacrificato la democrazia sull”altare dei mercati”, ha dato “uno schiaffo inaccettabile”,
c”è chi parla di “golpe” e chiede addirittura l”impeachment. Su Fb è stata creata la pagina: “Sergio Mattarella non è il mio presidente”. Ma sono molte anche le parole di solidarietà da parte di chi ritiene “gravissimo – si legge in un tweet – che non si sia alzato un coro unanime, da destra a sinistra, in difesa del Presidente #Mattarella, vittima di minacce”.
La fibrillazione tocca anche sindaci e presidenti di Regione. Se a Roma i consiglieri comunali del Pd hanno esposto uno striscione con la scritta “Io sto con Mattarella” e “Viva la Costituzione”, in Brianza sei sindaci leghisti hanno sostituito la foto di Mattarella nei loro uffici con una statuetta di Alberto da Giussano. Casi simili sono spuntati qua e là, come nel X Municipio di Roma, nel bergamasco o ad Apecchio, nelle Marche. E a Torino, i Cinquestelle, per la prima volta dall’inizio del mandato, non hanno partecipato alla seduta del Consiglio comunale per manifestare dissenso nei confronti di una “democrazia a sovranità limitata”. In aula è stata bagarre, mentre in piazza in più di mille della sinistra hanno organizzato un presidio a sostegno di Mattarella.
Parole dure da parte di alcuni governatori. “Quanto accaduto – ha detto il governatore leghista del Veneto Luca Zaia – è ingiustificabile. Il Presidente ha rivestito un ruolo da capo di una Repubblica semipresidenziale o presidenziale, ma noi siamo in una Repubblica parlamentare ed è il Parlamento che vota la fiducia, non il presidente”. Giudizio severo anche da Attilio Fontana, Lombardia, Lega: “Evidentemente la questione vera non era Savona, c”erano in ballo questioni che vanno al di là delle persone”. In larga parte però il plotoncino dei governatori Pd è pronto a far quadrato intorno a Mattarella. “Piena solidarietà e sostegno contro ogni imposizione e sopruso di stampo populista”,
sostiene il piemontese Sergio Chiamparino. Stessa linea da Francesco Pigliaru, Sardegna: “Mattarella ha reagito davanti a un progetto pericoloso” e “ha visto questo pericolo incardinato attorno alla proposta di Paolo Savona all”Economia”. Fiducia anche dall”umbra Catiuscia Marini “per la fermezza con cui difende la Costituzione”. Ha detto la sua anche Giovanni Toti, Liguria: “Forza Italia aveva detto che non avrebbe votato la fiducia a governi tecnici o non politici”. A questo punto “penso che occorra un momento di responsabilità e riflessione”.
Si schierano con Mattarella gli industriali guidati da Vincenzo Boccia, i vescovi della Cei e un pool di 14 giuristi
pro Mattarella è sceso in campo definendo “sbagliata l”idea che il presidente della Repubblica sia un organo ”neutro”, un semplice notaio”. Egli “è titolare di poteri propri che insieme gli assegnano una funzione d”indirizzo politico costituzionale” per “il corretto funzionamento del sistema e la tutela dei degli interessi generali della comunità nazionale”. Tra i firmatari Enzo Cheli, Paolo Caretti, Ugo De Siervo.

AGGIORNAMENTO DEL 30 maggio: Aggiungiamo doverosamente questa precisazione inoltrataci dal Sindaco di Apecchio:

«Preciso che, in merito alla richiesta di rimozione della fotografia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dalla sala consiliare, ho già risposto formalmente al consigliere di minoranza richiedente che “..la fotografia del Presidente della Repubblica manterrà, naturalmente, la sua collocazione nella sala del Consiglio Comunale”. Ho inoltre rinnovato al consigliere “l’invito al rispetto delle Istituzioni ed al senso di responsabilità richiesto dal ruolo ricoperto”. La risposta è stata inviata anche ai Gruppi consiliari.

Pertanto non vi è alcuna intenzione da parte del sottoscritto di rimuovere la foto del Presidente della Repubblica dalla sala consiliare.

Chiedo formalmente che la presente precisazione venga pubblicata e ad essa sia data ampia diffusione, rispetto a quanto apparso nell’articolo a sua firma, pubblicato sulla cronaca politica di www.firenzepost.it del 28.05.2018, che non corrisponde affatto a verità: “… in Brianza sei sindaci leghisti hanno sostituito la foto di Mattarella nei loro uffici con una statuetta di Alberto da Giussano. Casi simili sono spuntati qua e là, come nel X Municipio di Roma, nel bergamasco o ad Apecchio, nelle Marche…».

Vittorio Alberto Nicolucci
Sindaco di Apecchio


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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