Lavoro: Di Maio ammette i parlamentari locali ai tavoli di crisi aziendale. Strali del Pd
ROMA – Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Luigi Di Maio firma la sua prima direttiva: è quella che riguarda la partecipazione dei parlamentari locali ai tavoli di crisi aziendale. La novità, annunciata stamane da Di Maio è contenuta in una direttiva emanata ieri. La notizia si apprende dalla senatrice del M5s Antonella Campagna che in un post spiega: «D’ora in avanti anche i parlamentari di maggioranza e opposizione potranno partecipare al Mise alle
riunioni plenarie sulla gestione di crisi di impresa». Al massimo quattro, due + due.
Subito arrivano gli strali del suo predecessore Calenda: «Invitare i parlamentari ai tavoli di crisi come disposto da Luigi di Maio vuol dire politicizzare un lavoro tecnico delicato. Sindacati, aziende, istituzioni locali e nazionali hanno la responsabilità di risolvere le crisi. È un gravissimo errore buttarle nello scontro politico». Peccato che il legalitario ex ministro non abbia avuto niente da obiettare quando, pochi giorni or sono, il Governatore toscano Rossi ha organizzato una riunione istituzionale in Regione invitando sindacati , sindaco di Piombino (due istituzioni dunque, correttamente), ma in più anche un consigliere regionale Pd Gianni Anselmi, che probabilmente voleva far brillare la sua parte politica nella difesa occupazionale della zona. In questo caso, aspetto ancor più trave, era presente un consigliere della sola maggioranza, nessuno dell’opposizione, mentre Di maio non ha fatto distinzioni partigiane.
Evidentemente per l’ex ministro è strabico, quello che fa un governo avversario è sbagliato, ma se lo fa invece la sua parte politica, tutto va ben madama la Marchesa. Anche per questo gli elettori hanno sbattuto la porta in faccia al Pd.