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Fisco: governo, entro agosto via alla flat tax per partite Iva

ROMA – Il Governo intenderebbe dare un segnale subito sul fronte fiscale, già entro l’estate, avviando il percorso che porterà alla flat tax per tutti e, se ci saranno i margini, lanciare anche la pace fiscale. Lo ha annunciato il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia che guarda alle piccole e piccolissime imprese, anche individuali, e punta a intervenire sul regime forfettario che oggi interessa i piccoli, dalle partite Iva ad artigiani e commercianti.
«Vogliamo iniziare a lavorare in tre fasi sia per il reddito di cittadinanza sia per la flat tax – spiega il neoviceministro in tv – qualcosa subito, qualcosa in legge di Bilancio e qualcosa con una prospettiva di legislatura». E se la sede per affrontare il tema sempre caldo delle pensioni, con la revisione
della legge Fornero, sarà di sicuro la legge di Bilancio, sul fronte del fisco qualcosa va fatto subito, e bisogna andare oltre le ulteriore semplificazione di spesometro, redditometro e studi di settore che dovrebbero trovare posto nel decreto ribattezzato dignità di Luigi Di Maio. Ci potrebbe essere
quindi un secondo decreto estivo che contenga appunto una correzione del regime forfettario che sostituisce Iva e Irap introdotto – e poi corretto – nel 2016, che prevede già una tassa piatta del 15% (al 5% per le start up per i primi 5 anni) per le partite Iva che non superino determinate soglie di ricavi e limiti di reddito a seconda dei settori (in linea generale dai 30mila ai 50mila euro).

L’idea, ha spiegato Garavaglia, è proprio quella di allargare modelli di sistemi forfettari per fatturati ridotti di pmi e partite Iva. «Il Pd che ci critica tanto ha messo in piedi un sistema abbastanza ben fatto per le partite Iva, sistema che di fatto è appunto già di flat tax. E di lì si può partire per fare molto, già prima dell’estate, mi auguro entro agosto».
Più complessa la questione della pace fiscale, pure annunciata da Garavaglia ma che ancora va approfondita sia per valutare bene il gettito potenziale, che sarebbe ben al di sotto dei 50 miliardi ipotizzati, sia per evitare che si sovrapponga alle due tranche di rottamazione delle cartelle ancora in corso ( l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha iniziato a rispondere ai 950mila contribuenti che hanno chiesto di aderire alla rottamazione bis). In ogni caso, assicura Garavaglia, non si tratterà assolutamente di un condono. Nessuna tentazione quindi di cedere a vecchie formule come il condono tombale del 2003, che portò nelle casse dello Stato 34,1 miliardi.

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