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Vitalizi: Fico e Boeri sperano di concludere, ma ci saranno difficoltà

La questione dei vitalizi è ormai vecchia e consunta, ci sono stati interventi del Parlamento e delle regioni che hanno regolato diversamente quelli in essere dal 2012, ma restano sempre le polemiche su una possibile sforbiciata per quelli passati. E’ uno dei cavalli di battaglia del M5S, in particolare di Fico e Di Maio, con l’alleato Salvini, che hanno trovato un formidabile propulsore in Tito Boeri, che si sta dimostrando uomo per tutte le stagioni … pur di conservare la poltrona.

Prima prono ai dettami del rottamatore Matteo Renzi, che ebbe la pessima idea di intronarlo all’Inps, mai in profondo rosso come dopo la gestione del bocconiano economista, adesso è diventato un fiancheggiatore interessato del M5S. Ma la propensione di Boeri a trattare questo tema non è nuova, già nel 2015, Governo Renzi, ascoltato dalla Camera sui progetti di riforma dei vitalizi Boeri affermava: «Oggi valgono quasi il doppio di quanto sarebbe giustificato alla luce dei contributi versati». Spiegando che i 2.600 vitalizi erogati ad ex deputati e senatori costano 193 milioni di euro nel 2016. Ma calcolandoli tutti con i criteri in vigore per gli altri lavoratori italiani, cioè con il sistema contributivo, costerebbero 76 milioni l’anno in meno con un risparmio del 40%. Se poi il contributivo si applicasse anche ai consiglieri regionali, aveva calcolato Boeri, il risparmio salirebbe a 200 milioni l’anno, «sufficienti per finanziare l’assegno per la disoccupazione di lunga durata». Ma la Presidenza della Camera replicò: «I vitalizi non esistono più dal 2012, ed è utile ricordare che gli oneri derivanti sia dal nuovo sistema contributivo, che dal sistema dei vitalizi in vigore in precedenza, gravano esclusivamente ed interamente sui bilanci interni di Camera e Senato».

Adesso che gli è stata prestata attenzione Boeri si pavoneggia: «sui vitalizi abbiamo lavorato con la
presidenza della Camera, abbiamo fornito loro le basimetodologiche per il calcolo. Abbiamo fatto quest’operazione di ristima dei coefficienti di trasformazione all’indietro, cioè coprendo anche gli anni precedenti al ’96 e soprattutto coprendo anche altre età alla decorrenza cioè a partire da 45 anni in poi, e in questo lavoro che abbiamo fatto ci siamo confrontati anche con Istat».

Si dichiara d’accordo anche Salvini: «i vitalizi prima si tagliano meglio è. E’ giusto che i parlamentari del passato sia trattati come tutti gli altri cittadini, prendendo quello che hanno versato e che i milioni risparmiati vadano ai pensionati più bisognosi».

Ma, nonostante l’impegno spasmodico di Boeri e del M5S, che deve dimostrare di adempiere ad alcune promesse elettorali, la situazione a questo punto sembra ancora confusa. Si registrano tre situazioni diverse per casi analoghi, che andrebbero regolati in modo uniforme. Con la difficoltà che si tratta di organismi ai quali la Costituzione assegna indipendenza in alcuni importanti settori.

Per la Camera il presidente Fico ha presentato un provvedimento apposito, che abbiamo già illustrato con un recente articolo, valido ovviamente solo per i deputati.

Per il Senato la presidente Casellati ha avanzato seri dubbi sull’introduzione e la costituzionalità di un provvedimento avente effetto retroattivo, e non pensa di procedere a breve. « Si incide sullo status di persone che oggi possono avere anche un’età rilevante che si troveranno improvvisamente ad avere uno stipendio inferiore al reddito di cittadinanza».

Le Regioni fanno storia a sè, ognuna è una repubblica a parte, molte si sono adeguate al nuovo regime contributivo stabilito per il Parlamento. Ma non c’è uniformità per quanto riguarda i trattamenti passati.

In questa situazione ci sembra che Fico e Di Maio, auspice Boeri, alleato Salvini, abbiano lanciato una manovra essenzialmente propagandistica, che, per essere concretamente realizzata, avrà bisogno di un esame più approfondito dal punto di vista giuridico e finanziario. Ma l’effetto mediatico è stato assicurato, ed è questo che importa ai politici e all’aspirante politico bocconiano.

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