Movimenti di prefetti: Salvini privilegia sicurezza e limiti all’immigrazione
Avevo già rilevato come, con la prima nomina subito effettuata, il nuovo ministro Matteo Salvini avesse dato al Ministero dell’interno un segnale preciso. Matteo Piantedosi Capo Gabinetto era la dimostrazione che il segretario della Lega aveva già ben presente come e con chi operare. Quest’odierno, vasto movimento di prefetti ha fornito ulteriori indicazioni: la sicurezza prevale su tutto in particolare in tema d’immigrazione.
Non è certo un caso se, a parte il Capo Dipartimento, prefetto Gerarda Pantalone, molti dei vertici dell’immigrazione siano mutati, a livello ministeriale. Mentre vengono inviati prefetti provenienti dalla carriera dei Dirigenti di Polizia in alcune sedi delicate del Nord e allo stesso Dipartimento. Il prefetto di Como, Bruno Corda, che in quella città aveva certo affinato la sua esperienza in questo campo, apprezzato per le operazioni concluse, diventa vice capo dipartimento dell’immigrazione.
Sono significative poi le destinazioni di due eccellenti colleghe nelle sedi delicate di Bologna e Firenze, delicate sia per problemi d’immigrazione, sicurezza e di centri sociali, ma delicate anche perché Laura Lega e Patrizia Impresa dovranno utilizzare tutte le loro sperimentate arti diplomatiche per far da tramite fra le città di Nardella, Rossi e Renzi e di Merola, Prodi e Bersani, nei confronti di un governo non proprio considerato amico.
Le due colleghe hanno maturato solide esperienze al centro e in periferia e sono perfettamente in grado di affrontare e risolvere le situazioni più delicate.
Comincio da Patrizia Impresa, a lungo funzionario nelle prefetture di Firenze e Milano, per poi dirigere quelle di Cuneo e di Padova. Soprattutto in quest’ultima sede ha dovuto cercare di sistemare i tanti migranti inviati dai governi di sinistra nel territorio del sindaco leghista Bitonci, che si opponeva fieramente a quella che considerava un’invasione. Senza sottovalutare la presenza, nella città del Santo, di numerose frange di combattivi centri sociali di sinistra. Una situazione delicata che Impresa ha saputo ben gestire, e chi è stato per oltre quattro anni prefetto di quella città conosce bene i problemi che s’incontrano.
Ma ai nostri lettori interesserà conoscere un po’ meglio Laura Lega, inviata da Salvini a Firenze dopo aver gestito una città e una provincia eminentemente leghiste, a partire dall’epoca del mitico sindaco Gentilini. Che una volta, incontrandomi, (ero prefetto a Padova) rincuorato dal mio cognome veneto, sentendo il mio accento toscano non si scompose, ma disse: importante è il DNA. Laura Lega in terra leghista ha saputo agire con competenza, diplomazia ed energia, riuscendo a coinvolgere nell’opera di accoglienza dei migranti molti sindaci inizialmente riluttanti. E tenendo sempre alta l’attenzione sul tema sicurezza, l’esigenza maggiormente evidenziata dai cittadini del Nordest. Avevo avuto occasione di parlare con Laura recentemente, augurandomi di poterla vedere nel magnifico ufficio di Palazzo Medici Riccardi, che avevo lasciato sei anni or sono. Ora che la sua destinazione a Firenze è stata sancita dal Consiglio dei ministri, sono sicuro che riuscirà a soddisfare pienamente le richieste di noi fiorentini, spesso incontentabili.
Avrà sicuramente l’appoggio e la collaborazione del sindaco Nardella, dovrà fronteggiare la verve antigovernativa e antisalviniana del Governatore Rossi, pur convertito da qualche giorno a una maggior attenzione alla sicurezza e alle Forze dell’ordine. Nomadi, migranti, sicurezza saranno i temi che Laura dovrà affrontare immediatamente, per poi porre attenzione ad altre istanze di carattere culturale, economico e sociale. Facendo tesoro dei preziosi consigli che in tali materie potrà ricevere dal Cardinale Giuseppe Betori, nella consapevolezza che Firenze resta la città del dialogo.
Come abbiamo dimostrato in molte circostanze, anche recenti, nelle quali autorità, rappresentanti di istituzioni e religioni diverse, si sono ritrovati uniti per superare situazioni particolarmente difficili e delicate. Ho parlato stasera con Laura, una chiacchierata molto affettuosa e cordiale, nella quale mi ha confermato la sua soddisfazione e la gioia per il nuovo incarico. Non ho avuto alcun bisogno d’intervistarla, sono sicuro che saprà operare con la competenza, la tenacia, la diplomazia e l’efficienza che dimostrava già dieci anni or sono, quando al ministero dell’interno era già una delle funzionarie di punta della Direzione del Personale.
Auguri di buon lavoro.