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Migranti, Di Maio: «Cambieremo le regole d’ingaggio». Dopo la polemica fra Salvini e ministro Difesa

Una motovedetta della Guardia costiera italiana

ROMA – Non ci sono fratture nel governo. Non conviene a nessuno, in questo momento. Per questo Di Maio fa capire che Salvini ha ragione a voler chiudere i porti anche alle navi militari, ma ora non è possibile pervia dello scellerato accordo firmato da Renzi. Il capo di M5S afferma: «Finchè la missione Eunavformed rimane in piedi, gli unici porti sono quelli italiani ma l’obiettivo nostro è cambiare le regole di ingaggio della missione». Il vice premier Di Maio lo ha detto a Radio1 sulla polemica fra il ministro dell’interno e della difesa in merito alle dichiarazioni di Salvini sullo stop all’approdo in Italia alle navi internazionali che trasportano migranti.

«Mi ricordo che, un anno fa, sono stato a parlare con Frontex e mi spiegarono che il governo Renzi diede la disponibilità di portare i migranti nei porti in cambio di punti di flessibilità usati per il bonus degli 80 euro – aggiunge Di Maio – Noi chiederemo flessibilità senza barattarla in cambio dell’apertura dei porti».

Di Maio sottolinea quindi che, a livello europeo, deve cambiare la musica. Sull’immigrazione queste navi devono portare i migranti in tutti i porti. Se c’è bisogno di flessibilità (di bilancio ndr) non la baratteremo con l’apertura dei nostri porti ma la chiederemo perchè è un diritto dell’Italia come quella degli altri paesi europei. Per il vicepremier anche la Germania sta iniziando a cambiare linea sull’immigrazione, il problema è arrivato fin nel cuore dell’Europa. Vale per l’immigrazione e per l’austerity. Sono rimasti in pochissimi a dire che va tutto bene nell’Unione Europea. E mentre gli altri stanno precipitando nel consenso come quello di Macron, il governo italiano è il più forte con un consenso altissimo.

Di Maio ha parlato quindi del decreto dignità: «Il Parlamento deve avere la possibilità di discutere il decreto e di migliorarlo, credo non ci sia bisogno della fiducia ma, lo dico da capo politico del M5s, non arretreremo sulle norme. Migliorare significa aggiungere e non annacquare. Sì quindi a emendamenti per eliminare qualche altra scartoffia burocratica per le imprese o aumentare le pene per le aziende che delocalizzano».

Il capo politico del M5s ha smentito infine contrasti, riportati dalla stampa, con il fondatore del movimento Beppe Grillo, negando che siano vere le critiche dell’ex comico alle sue posizioni, troppo appiattite su quelle della Lega : «Ho sentito Beppe Grillo durante tutta la formazione del governo e mi fa sempre piacere avere consigli da lui».


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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