Migranti: il Governo si presenta con una linea unica al vertice di Innsbruck
ROMA – A Innsbruck con una linea comune, con una voce sola. Il governo italiano cerca di smussare le divergenze emerse nelle ultime ore tra M5S e Lega sulle missioni internazionali – a partire da quella Sophia – e, in un vertice a Palazzo Chigi prepara il documento che il vicepremier Matteo Salvini porterà mercoledì alla riunione dei ministri dell”Interno nella città tirolese, il primo summit in assoluto sotto la presidenza austriaca. Un summit al quale il governo italiano, rappresentato da Salvini, si recherà compatto su tre punti innanzitutto, il rafforzamento delle frontiere esterne, il niet ai movimenti secondari e un incremento degli aiuti alla Libia.
Salvini si è recato a Palazzo Chigi dopo aver visto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A Palazzo Chigi, con il premier Giuseppe Conte e Salvini, c’erano l’altro vicepremier Luigi Di Maio, il ministro del Tesoro Giovanni Tria e, il titolare della Difesa Elisabetta Trenta. Un vertice finalizzato, innanzitutto, a ridurre al minimo le divergenze interne al governo sui migranti. Una nuova riunione tecnica è prevista nella giornata di oggi 10 luglio, mentre un ultimo vertice, questa volta tra Conte e Salvini, ci sarà mercoledì, ovvero ad una manciata d’ore dall”arrivo del leader della Lega a Innsbruck.
In Austria l’obiettivo è arrivare con un documento comune, soprattutto dopo che la linea di Salvini sulle missioni internazionali – chiudere i porti alle navi che ne fanno porta – ha trovato ieri lo stop del ministero della Difesa. Anche se fonti del Viminale hanno poi sottolineato come non ci sia alcun
contrasto tra Salvini e Trenta, definendo l’ipotesi una montatura. Dal vertice di Palazzo Chigi la strategia di Salvini esce in parte ammorbidita. Serve un ripensamento sulle varie missioni europee, in particolare sulla parte che prevede che chi viene salvato sia portato automaticamente in Italia. In proposito, dopo il vertice, fonti di governo non parlano di chiusura, nel breve periodo, dei porti alle navi delle missioni europee. Poco prima il ministro degli Esteri Enzo Moavero aveva frenato qualsiasi fuga in avanti. «Non ci sfiliamo dagli impegni internazionali, siamo pienamente dentro e
non intendiamo muoverci al di fuori del quadro di diritto internazionale, quindi anche europeo».
Il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani ha invitato l’Ue a spendere il miliardo di fondi per l’Africa a favore di Libia e Niger, supportando la tesi italiana.
A Innsbruck, però, Salvini forzerà su altri punti chiave come il no ai ricollocamenti – voluti dalla Germania – e l’impegno su quel potenziamento delle frontiere esterne che lascia ancora scettica la Francia. Tutti punti sui quali il titolare del Viminale cercherà la sponda dei suoi alleati: il ministro dell’Interno tedesco Hors Seehofer e quello austriaco Heinz-Christian Strache, con i quali il leader della Lega avrà un trilaterale ad hoc.
La Libia, inoltre, resta uno dei dossier sui quali l’Italia vuole investire. Nel governo resta alta la convinzione che solo vuole investire. Nel governo resta alta la convinzione che solo aumentando il sostegno – tecnico, di uomini e finanziario – al governo di Fayez Serraj si possa porre un freno alla rotta dei migranti. E, al tempo stesso, nel governo non c’è alcuna intenzione di fare passi indietro sulla volontà di avere la leadership, in Ue, sul dossier libico.