Pozzallo: prima del salvataggio 4 somali sarebbero morti per annegamento. La Questura indaga
RAGUSA – «E’ un aspetto ancora oggetto di verifica». Lo dice il questore di Ragusa Salvatore La
Rosa che coordina le operazioni di polizia nell’hot spot di Pozzallo, dopo la denuncia dell’Oim secondo cui prima del salvataggio di migranti su un vecchio barcone in difficoltà, effettuato dalle navi Protector di Frontex e dal Monte Sperone della GdF, sarebbero morti alcuni somali per annegamento. La polizia sta continuando gli interrogatori per risalire ai presunti scafisti che pilotavano il barcone in navigazione nel canale di Sicilia.
La verifica si è resa necessaria per la dichiarazione fatta da un migrante a un esponente dell’Oim, sempre di mezzo in queste situazioni. Vedendo in lontananza una nave procedere verso il barcone su cui viaggiavano, hanno pensato di avercela fatta. E buttandosi in acqua hanno cercato di raggiungerla a nuoto, ma sono morti annegati. Una storia con un tragico epilogo per quattro profughi somali che avrebbero perso la vita mentre cercavano di mettersi in salvo. A raccontarla, su twitter, è il portavoce dell’Oim in Italia, Flavio di Giacomo che ha riportato il racconto dei migranti
sbarcati nella notte a Pozzallo, compagni di viaggio dei quattro africani. La polizia di Ragusa sta tentando di verificare il racconto dei testimoni. Drammatico come quello di un altro profugo sbarcato dalle due navi della Finanza e di Frontex che hanno soccorso il barcone su cui viaggiavano in 450. «Ero partito con mio padre ma non ce l’ha fatta, è morto durante la traversata del deserto per arrivare nel porto in Libia», ha raccontato il ragazzino a Save the Children. Il profugo è uno
dei 128 minori non accompagnati giunti a terra. Altri tre bambini sono accompagnati. Racconti pubblicizzati da queste organizzazioni benefiche che vorrebbero continuare a riempire l’Italia di migranti.