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Pubblica amministrazione: si cambia, stop ai premi massimi per tutti

Buongiorno

ROMA – Rivedere obiettivi e criteri di valutazione, per mettere fine alla pagella unica o pre-compilata: voto, e quindi anche premio, massimo per tutti. Venerdì prossimo, il 27, la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno incontrerà i sindacati per un primo giro di tavolo. In ballo c’è un intervento sulla dirigenza, che punta a modificare il sistema in vigore per i premi. Nella revisione e attuazione della materia un ruolo potrebbe essere esercitato anche dalla Sna, la Scuola nazionale per l’Amministrazione. Ente che dovrebbe rappresentare l’élite, la fucina dei nuovi vertici. Le novità potrebbero arrivare prima della pausa estiva, sfruttando magari l’ultimo Consiglio dei ministri utile. E non è escluso che il pacchetto sia accompagnato da un intervento di semplificazione, per velocizzare l’attività a livello amministrativo.

La ministra vuole innanzitutto mettere fine a un sistema di valutazione autoreferenziale. Sarà, ha detto, «lo stalker del 100». La strategia prevede commissioni giudicatrici neutre, in cui non siedano solo gli amici e che diano anche voce ai giudizi dei cittadini. Soprattutto si tratta di rivedere i target su cui la valutazione poggia. Bongiorno ha parlato di parametri «sfidanti», che non valgano solo «su carta». Di certo il numero di riunioni fatte non potrà più considerarsi uno standard utile. Facendo visita, l’altro giorno, ai dipendenti e ai docenti della Scuola nazionale dell’Amministrazione, la ministra ha invitato la Sna a trasmettere, attraverso le attività formative, non solo conoscenza, ma anche senso di responsabilità e passione nel lavoro. E, visto che da lì dovrebbero uscire i futuri capi della Pa, l’ente potrà anche avere spazio nel disegno e nella messa in pratica delle nuove modalità di misurazione delle performance. Intanto è ormai pronto il bando per il corso-concorso, volto al reclutamento di 148 allievi, ma probabilmente, per motivi pratici, la pubblicazione avverrà dopo Ferragosto.

Sempre in fatto di dirigenza, la trattativa all’Aran per il rinnovo del contratto per le funzioni centrali potrebbe subire un freno a causa delle istanze sollevate dai dirigenti medici. Difficile quindi che si chiuda a breve. Ma i sindacati, e venerdì si faranno sentire, guardano già alla legge di bilancio e alle risorse per la prossima tornata contrattuale. Da sciogliere c’è poi un altro nodo. In teoria, se nulla cambia, dal 2019 finirà la lunga stagione di blocchi al ricambiogenerazionale nella P.A. Cadranno i vincoli che finora hanno limitato il turnover, la sostituzione del personale in uscita con altrettanto in ingresso. Bongiorno sul punto ha assicurato il suo impegno, ma bisognerà vedere se i conti lo permetteranno.

Cresce poi l’attesa per l’ufficializzatone del decreto che regola i fabbisogni di personale. Da quando comparirà in Gazzetta scatteranno i 60 giorni fatidici. Superata quella data alle amministrazioni che non hanno provveduto sarà fatto divieto di assunzione. Il provvedimento è stato già sbloccato dalla Corte dei Conti, che però non ha mancato di fare un appunto. I magistrati contabili hanno chiarito come quegli uffici che vorranno disfarsi di posizioni dirigenziali, per aumentare i posti ‘semplicì, dovranno prima mettere a punto una riorganizzazione complessiva dell’organico.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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