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Firenze FS: in alto mare il trasferimento da viale Lavagnini, lo denuncia la Cisl

Palazzo Del Sonno

FIRENZE – A meno di un anno dalla scadenza della locazione del palazzo di viale Lavagnini, dove lavorano 550 persone del gruppo FS, non c’è niente di certo sulla realizzazione della nuova sede e sui tempi e i modi del trasferimento: un ritardo che preoccupa i lavoratori e rischia di trasformarsi in costi pesantissimi per le ferrovie.
E’ la denuncia del segretario della Fit-Cisl Toscana, Stefano Boni, che ricorda come dopo l’ultimo incontro, il 18 maggio scorso tra sindacati e dirigenza di Trenitalia Toscana, per fare il punto della situazione, su tutta la vicenda è calato il silenzio: “Ci hanno detto che i progetti erano ultimati e la gara per l’affidamento dei lavori alla fase finale, ma non abbiamo saputo più niente.”
In viale Lavagnini hanno sede gli uffici della Direzione Tecnica, del Trasporto Regionale, di alcune strutture a staff di Trenitalia e della società Ferservizi.
«Il contratto di locazione scade a giugno 2019 – dice Boni -; per realizzare la nuova palazzina ci vorranno almeno 3 anni e quindi è più che concreta la possibilità di dover rimanere ancora in un ambiente non di proprietà, pagare delle cifre alte (130 euro al metro quadro, per un totale di circa 2,6 milioni all’anno) e con la pendenza della clausola obbligatoria di un contratto per non meno di ulteriori 6 anni. La nuova sede – continua Boni – dovrebbe sorgere nella zona del Romito, in un’area già di proprietà FS. Tutti i permessi sono stati rilasciati dagli enti preposti, Comune e Città metropolitana di Firenze, Regione, Sovrintendenza e Genio Civile, i finanziamenti necessari (circa 17 milioni di euro) sono già stati deliberati da Trenitalia ed è stato fatto il bando di gara e individuata la società che dovrà realizzare i lavori della nuova palazzina. Ma tutto resta fermo.
All’amministratore delegato di FS – continua il segretario Fit – vorremmo allora chiedere: perché questo comportamento inspiegabile? Dove finirà il personale, se non verrà rinnovato l’attuale contratto d’affitto, in attesa che la nuova palazzina sia ultimata? Quanto costerà alle casse di FS questa dilatazione dei tempi? Le ferrovie hanno nel frattempo cambiato idea e deciso che non c’è più bisogno della nuova palazzina e degli uffici e quindi dei lavoratori che vi operano? Tutte domande – conclude Boni – che ci poniamo noi e che si pongono i lavoratori, da molto tempo. Ed alle quali qualcuno non può più rifiutarsi di rispondere, perché il tempo stringe ed il mantenimento e lo sviluppo delle attività e funzioni oggi presenti passa anche dalla realizzazione, in tempi rapidi, della nuova palazzina.»

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