Tav, da Salvini stop al governo: «Bisogna andare avanti, non tornare indietro»
ROMA – Sulla Tav c’è lo stop di Salvini al M5S e al governo, compreso il premier Conte. «Dal mio punto di vista – afferma il leader leghista ospite di Radio 24 – sulla Tav occorre andare avanti, non tornare indietro. C’è da fare l’analisi costi-benefici: l’opera serve o no, costa di più bloccarla o proseguirà? Occorre bloccare questa deriva anti-piemontese e contraria agli interessi del Nord-Ovest e dell’intero Paese».
Ancora Salvini: «Leggo che stanotte e anche l’altra notte sarei stato a un vertice con Conte e Di Maio per spartirsi i tg Rai: sono tutte balle. Stiamo scegliendo le persone migliori, c’è una società di cacciatori di teste che ha valutato e certificato, faremo di tutto per valorizzare le risorse interne senza andare a prendere qualche Messia altrove. Non abbiamo parlato neanche per 20 secondi dei direttori dei tg, i 32 nomi usciti non sono stati oggetto di discussione». Poi il ministro commenta il dl dignità: «Qualunque decreto può e deve migliorare, e noi stiamo lavorando per farlo. La reintroduzione dei voucher contrasta il lavoro nero e aiuta le imprese e i lavoratori in alcuni settori come agricoltura, commercio e turismo».
Da Palazzo Chigi fanno notare che il dossier sulla Tav al momento non è ancora giunto sul tavolo del Presidente del Consiglio, dunque nessuna decisione è stata ancora presa e soprattutto non ci sono state valutazioni al riguardo. Il dossier è in fase istruttoria presso il ministro competente Toninelli, il quale è impegnato in una valutazione costi-benefici che poi sarà sottoposta e condivisa con il premier e con l’intero governo.Ad ogni modo la soluzione sarà in linea con quella contenuta nel contratto di governo.
Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, interviene così nel dibattito: «Convocherò entro settembre un incontro di tutte le rappresentanze economiche, sociali, istituzionali e politiche per far risuonare chiare e forti voci della società piemontese a favore dell’opera. E’ indispensabile un moto d’orgoglio che impedisca che la nostra regione venga messa ai margini». Dal fronte del Pd, interviene il segretario Martina: «2 miliardi di euro di penali, il blocco di finanziamenti Ue, 4 mila posti di lavoro a rischio. La follia del governo di bloccare la Torino-Lione la pagherà un paese intero».