Lavoro: diminuisce l’occupazione, ma crescono i lavori precari. I dipendenti a termine sono oltre 3 milioni
ROMA – L’onda renziana della crescita dei dipendenti a tempo determinato, e quindi dei lavori precari, sembra non aver mai fine. A giugno, dopo tre mesi di crescita,
la stima degli occupati registra un calo di 49 mila unità (-0,2%). Lo rileva l’Istat. La diminuzione congiunturale dell’occupazione coinvolge soprattutto gli uomini (-42 mila) e
le persone di 35 anni o più (-56 mila). Il calo, spiega l’Istat, si concentra tra i dipendenti permanenti (-56 mila) e in misura più contenuta tra gli indipendenti (-9 mila). Continuano invece a crescere i dipendenti a termine (+16 mila), che aggiornano di nuovo il loro record storico, raggiungendo i 3 milioni 105 mila.
La crescita dei dipendenti a tempo non conosce quindi tregua, si tratta infatti del sesto rialzo consecutivo. Allargando lo sguardo agli ultimi dodici mesi, l”Istat spiega
come, su base annua, a giugno si confermi l’aumento dell”occupazione (+1,4%, +330 mila). L’espansione interessa uomini e donne e si concentra, appunto, tra i lavoratori a
termine (+394 mila). In lieve ripresa risultano anche gli indipendenti (+19 mila), mentre per i dipendenti permanenti resta il segno meno (-83 mila). Crescono soprattutto gli
occupati ultracinquantenni (+355 mila) e i 15-34enni (+119 mila) mentre calano gli occupati tra i 35 e i 49 anni (-145 mila). Al netto della componente demografica, però, si registra un segno positivo per l”occupazione in tutte le classi di età.
Nei dodici mesi, a fronte della crescita degli occupati si rileva un deciso calo per gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,6%, -344 mila). Più contenuta invece risulta la flessione
dei disoccupati (-0,3%, -8 mila). Concentrando l’attenzione sul secondo trimestre, nonostante i dati di giugno, si evidenzia una consistente crescita degli occupati (+0,8% rispetto al trimestre precedente, pari a +196 mila). Un aumento che tocca principalmente gli ultracinquantenni (+140 mila). Crescono soprattutto i lavoratori a termine (+123
mila) e, in misura minore, gli indipendenti (+75 mila) mentre restano sostanzialmente stabili i dipendenti permanenti.