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Salvini: il Tribunale dei ministri valuterà la richiesta della Procura di Agrigento

Salvini

ROMA – Il procuratore di Agrigento, rispondendo alle risultanze della sua istruttoria fondata principalmente sulla ispezione a Nave Diciotti e sulle dichiarazioni interessate di chi era a bordo, soprattutto operatori sociali e migranti, dopo aver sentito dirigenti del Viminale, ha potuto emettere quanto era stato preannunciato da Saviano e dal can can delle sinistre. La richiesta di d’inchiesta contro il ministro Salvini per sequestro dei poveri migranti, ben curati e nutriti in verità su Nave Diciotti. Non ha potuto farlo direttamente, la Costituzione vieta giustamente (almeno questo) alla magistratura d’intervenire nei confronti di un ministro, ma sarà necessaria la previa autorizzazione della camera interessata e l’intervento del Tribunale dei Ministri. Non molti sanno di che si tratta e quindi riteniamo opportuno illustrarlo.

Per arrivare al giudizio di un ministro – o di un presidente del Consiglio – si passa attraverso una procedura laboriosa e ricca di garanzie che prevede anche un voto parlamentare. Il Tribunale dei ministri è una sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal Presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni.
L’articolo 96 della Costituzione stabilisce infatti che «Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed i Ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale».
Secondo le due leggi che disciplinano la materia, un’eventuale indagine sull’operato del ministro dell’Interno diventa subito di competenza del Tribunale dei ministri.
I rapporti, i referti e le denunzie per i reati ministeriali sono trasmessi al procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per territorio (nel caso specifico Palermo) , il quale, senza compiere nessun tipo di indagine, deve entro quindici giorni trasmettere gli atti al tribunale dei ministri e darne immediata comunicazione ai
soggetti interessati, affinché possano presentare memorie o chiedere di essere ascoltati.
Ricevuti gli atti, il tribunale dei ministri entro novanta giorni, compiute indagini preliminari e sentito il pubblico ministero, può decidere l’archiviazione – nel qual caso il decreto non è impugnabile – oppure la trasmissione degli atti con una relazione motivata al procuratore della Repubblica, affinché chieda l’autorizzazione a procedere. L’autorizzazione è chiesta alla Camera di appartenenza degli inquisiti, anche se alcuni di loro non sono membri del parlamento. La Camera
competente – sulla base dell’istruttoria condotta dall’apposita giunta – può negare, a maggioranza assoluta, l’autorizzazione ove reputi, con valutazione insindacabile, che l’inquisito abbia
agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico.
Una volta ottenuta l’autorizzazione a procedere, il giudizio di primo grado spetta al tribunale ordinario del capoluogo del distretto di corte d’appello competente per territorio.

Il Tribunale dei ministri non è una corte speciale, ma una sezione specializzata del tribunale ordinario. È uncollegio composto da tre membri effettivi e tre supplenti, estratti a sorte tra tutti i magistrati in servizio nei tribunali del distrettoche abbiano da almeno cinque anni la qualifica di magistrato di tribunale o abbiano qualifica superiore. È presieduto dal magistrato con funzioni più elevate, o, in caso di parità di funzioni, da quello più anziano. Si rinnova ogni due anni ed è immediatamente integrato in caso di cessazione o di impedimento grave di uno o più dei suoi componenti.

Gli inquisitinon possono essere sottoposti a misure limitative della libertà personale, a intercettazioni telefoniche o sequestro o violazione di corrispondenza ovvero a perquisizioni personali o domiciliari senza l’autorizzazione della Camera competente, salvo che siano colti nell’atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l’ordine di cattura.

Dal momento che Salvini è uno dei leader della maggioranza parlamentare, sembra al momento improbabile che – ammesso che si arrivi a chiedere l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti – il Senato la approvi a maggioranza assoluta.

Ma intanto la pubblicità per il procuratore di Agrigento e la materia per le polemiche scatenate da Saviano e dalla sinistra sono assicurate per un lungo periodo. Facendo passare in secondo piano i problemi reali del Paese, altro che sequestro (presunto) di 150 migranti!


Padoin0

Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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