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Milano: Il Tar, niente moschee nei capannoni industriali, occorre un permesso di costruzione specifico

MILANO – Sentenza importante dei giudici amministrativi lombardi che farà rabbrividire i progressisti buonisti nostrani, anime candide anche fra i cattolici, tutti impegnati a concedere qualsiasi diritto agli islamici, senza alcun contraccambio.

Il TAR della Lombardia ha rigettato il ricorso di una associazione islamica di Cantù contro la decisione del Comune di non consentire l’organizzazione della preghiera islamica di fine Ramadan in uno stabile di via Milano. I giudici milanesi della seconda sezione (presidente del collegio Silvana Bini), nel respingere il ricorso dell’associazione contro l’ordinanza comunale, spiegano che «il
rilevante numero di persone che entra nell’immobile, in occasione delle feste religiose rappresenta un utilizzo dei locali che, per la sua incidenza urbanistica ed edilizia, necessita del previo rilascio di un permesso di costruire specifico». Per i giudici, inoltre, la tesi dell’associazione, la quale sosteneva che “non essendo vietata espressamente la destinazione a luogo di culto è implicitamente autorizzata, non può essere accolta.
Il Tar si richiama, in particolare, ad una legge regionale del 2005 che ha reso necessario un permesso a costruire ad hoc per l’uso di un bene come luogo di culto e di preghiera.
Il Tar nella sentenza sottolinea, infine, che il Comune di Cantù «ha correttamente applicato il regime sanzionatorio previsto per le opere eseguite in assenza del permesso di costruire, ingiungendo la rimozione o la demolizione». E’ stato invece annullato dai giudici, in accoglimento di una parte del ricorso dell’associazione, un successivo provvedimento del Comune che aveva intimato la consegna chiavi finalizzata all’immissione in possesso dell’immobile.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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