Firenze: commemorato in Questura il Commissario Giuseppe Cangiano
FIRENZE – Novantotto anni fa, nella piazza Vittorio Emanuele, oggi della Repubblica, trovava tragicamente la morte, nel corso di un servizio di ordine pubblico, il Commissario di PS Giuseppe Cangiano, dirigente del Commissariato sezionale San Giovanni. Il facinoroso, autore del colpo di pistola sparatogli a bruciapelo alla testa, rimase ignoto. A Cangiano, che riposa al cimitero delle Porte Sante di San Miniato al monte, fu concessa la medaglia d’argento al valor civile alla memoria. Gli è intitolata la sala riunioni al primo piano di via Zara. Il valoroso Funzionario è stato commemorato stamane, all’interno del la Sala Dionisi della questura.
Presenti il prefetto Laura Lega, il questore Alberto Intini, rappresentanze di funzionari e poliziotti di tutta la provincia e i congiunti del caduto: nipoti e pronipoti delle famiglie Schettini e Gherardini. A celebrare la funzione religiosa il cappellano di Polizia mons. Luigi Innocenti .
La figura di Giuseppe Cangiano, di origini abruzzesi, investigatore di razza e padre di famiglia esemplare, è stata ricordata ai presenti da Sergio Tinti, presidente della Sezione ANPS fiorentina. Il tragico episodio – ha esordito – suscitò grandissima emozione e commozione nell’intera cittadinanza dalla quale Peppino – per colleghi e familiari – era conosciuto e stimato. Il Commissario aveva infatti diretto in precedenza la delegazione del Pignone, la squadra mobile, la buoncostume, meritando per la sua opera solerte e abile tre promozioni al merito e dodici encomi. Alla guida del Commissariato cittadino più importante l’aveva voluto il questore del tempo Tarantelli. Giuseppe Cangiano morì quarantacinquenne, lasciando la moglie Argia Cipriani e tre figli in giovane età, Matilde, Bianca e Renzo.
Una cerimonia dal tenore sobrio, intesa ad onorare la memoria di un grande poliziotto e nel contempo a tramandarla alle giovani leve della Polizia di Stato.