Operazione Sophia: in Europa non c’è accordo sul cambiamento, i migranti tutti in Italia
BRUXELLES – Dopo due giorni di colloqui fra i ministri della difesa nulla di fatto in merito alle modifiche chieste dall’Italia per l’Operazione Sophia. A tutti gli altri Paesi conviene, in barba alla solidarietà Ue, che i migranti vengano sbarcati tutti in Italia, secondo gli accordi suicidi firmati da Renzi. La decisione rimandata all’incontro dei capi di Stato e di governo, a Salisburgo, il 20 settembre.
Lo ha confermato l’inutile Alto rappresentante Ue per la politica Estera, Federica Mogherini (anche lei designata da Renzi), che in queste settimane si è adoperata (si fa per dire, visti i risultati) per accelerare il lavoro: «Al momento non c’è consenso sulle soluzioni pratiche ma c’è sulla necessità di trovarle, ma non sarà un compito facile. Spero in un risultato concreto nelle prossime settimane». Equilibrismi verbali che però non cambiano la sostanza. Sul piano interno Salvini, inquisito anche per questo da Patronaggio, è tornato a lanciare le sue minacce, dicendosi pronto a sfilare il Paese dalla missione: «Abbiamo chiesto la rotazione dei porti di sbarco delle navi di Sophia perché non è possibile che tutti i migranti soccorsi vengano da noi come sottoscritto dal Governo Renzi che ci ha lasciato con questa eredità pesante. Se dall’Ue arriverà l’ennesimo no – ha avvertito – dovremo valutare se continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta è internazionale, ma poi gli oneri ricadono solo su un Paese». La posta sul piatto è alta per tutti.
Secondo voci di corridoio, in Europa ci sarebbero già Paesi che pensano ad un piano B, con il passaggio del comando della missione a Madrid. Altri non vogliono parlare di piani di emergenza, arroccandosi sul fatto che il mandato dell’operazione resterà valido fino a fine dicembre: se l’Italia ne uscisse, sarebbe un vulnus alla politica comune di difesa e sicurezza.
Le cronache di quanto accaduto alla riunione Difesa narrano anche dei complimenti incassati da Trenta dalle colleghe tedesca Ursula von der Leyen e francese Florence Parly per i toni pacati e responsabili del suo intervento. Mentre il tedesco Heiko Maas fa registrare un cambio di posizione sul concetto di solidarietà: «Non possiamo obbligare i Paesi a prendere i rifugiati, possono contribuire in altro modo». Proprio con Parly, e col maltese Michael Farrugia, la Trenta ha avuto dei faccia a faccia con l”obiettivo di responsabilizzare i Paesi rivieraschi del Mediterraneo e farli convergere sulla sua proposta. Alla riunione dei ministri degli Esteri si vedrà con quale risultato.
Intanto il commissario falco tedesco Oettinger è tornato a minacciare l’Italia con toni e accenti autoritari.
IforMediate
La situazione sembra un “dilemma del prigioniero” a più giocatori: l’egoismo è la scelta più razionale, se chi gioca sa quando finirà la partita. I giocatori, invece, tendono a cooperare, se riconoscono vantaggi reciproci e se pensano che la partita possa durare indefinitamente.
L’ostinazione a giocare egoisticamente nasconde forse un fatto? E cioè che certi giocatori sanno che la partita sta per finire?