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Migranti: i prefetti sono stati vittime delle pressioni del Viminale, l’accusa dell’Associazione di categoria
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ROMA – «Tutti i Prefetti sul territorio, al pari del Prefetto Impresa, si sono trovati a doversi produrre in autentici salti mortali per dare esecuzione alle pressanti richieste degli Uffici del Viminale, a loro volta sottoposti ad analoghe insistenze, di dare, subito e comunque, una sistemazione a contingenti di migranti, in costante e allarmante aumento, in approdo alle coste nostrane». Un implicito atto d’accusa nei confronti di responsabili ministeriali (esplicitamente citati nelle intercettazioni) e dei ministri e governi dell’epoca (Renzi – Gentiloni), che hanno aperto all’immigrazione senza limiti.
Lo ha detto il presidente di Ap-associazione prefettizi, Antonio Corona, che esprime piena solidarietà a Patrizia Impresa, attuale Prefetto della provincia di Bologna ed ex prefetto di
Padova. Per di più, vale rammentare – ha aggiunto Corona -, «in una situazione in cui non molti sono stati Sindaci e comunità locali dimostratisi disponibili alla accoglienza, peraltro organizzata con oneri a carico dello Stato, sovente anzi connotandosi per la manifesta avversione. In una situazione, si soggiunge, in cui i Prefetti hanno di fatto dovuto supplire e sopperire, da un giorno all’altro e senza alternative, a gravi criticità e inadeguatezze di uno Sprar (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) immaginato per fare fronte a qualche migliaio di persone, non a centinaia di migliaia. Accogliere o meno i migranti era, è, rimane, una scelta esclusiva della politica, non dei Prefetti».
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