Firenze: per «FloReMus» nella Basilica della SS. Annunziata l’organo del 1521 accompagna il cornetto di Andrea Inghisciano
FIRENZE – Il Festival «FloReMus» organizzato da L’Homme Armé nella sua terza giornata, lunedì 3 settembre, raddoppia lo spettacolo: la sera alle 21.15 presso la Basilica della SS. Annunziata (Piazza della SS. Annunziata; ingresso libero fino ad esaurimento dei posti) Andrea Inghisciano, uno fra i cornettisti più richiesti sulla scena internazionale, accompagnato da Andrea Perugi all’organo presenta L’Armoniosa canzone. Soavissime musiche per cornetto e organo.
Ma già nel pomeriggio, alle 18.30, Inghisciano suonerà per esemplificare quanto detto alla Biblioteca delle Oblate (Via dell’Oriuolo, 24, Firenze; ingresso libero) daPaolo Fanciullacci, che presenta la seconda parte di una brillantissima conferenza-spettacolo dal titolo «Degli strumenti a fiato il più eccellente è il Cornetto. Storie, immagini, suoni e aneddoti sul principe degli strumenti rinascimentali». Paolo Fanciullacci, che è anche uno dei tenori de L’Homme Armé, è uno massimi conoscitori, oltre che uno dei pochi costruttori al mondo, del cornetto, strumento ormai riservato agli appassionati di musica antica, ma che nel Rinascimento era usatissimo e apprezzatissimo: a fine Cinquecento era considerato il principe degli strumenti, il più simile alla voce per ricchezza di espressione ed agilità. Dettaglio che non guasta, Fanciullacci è anche un toscano dall’eloquio fluente e dalla battuta prontissima: la bilancia penderà forse più dal lato dello spettacolo (benché supportato da scienza profonda) che da quello della conferenza.
C’è senz’altro da imparare anche al concerto della sera, dove ad accompagnare il cornetto di Andrea Inghisciano, che collabora coi massimi ensembles internazionali di musica antica (Il Giardino Armonico, Concerto Italiano, Accademia Bizantina, La Venexiana, Concerto Romano, I Barocchisti, Freiburger Barockorchester, Collegium Vocale Gent, The English Cornett & Sackbut Ensemble, Helsinki Baroque Orchestra, Academy of Ancient Music, La Reverdie e altri), c’è il monumentale organo realizzato tra il 1509 e il 1521 da Domenico di Lorenzo da Lucca, uno dei più antichi organi del Cinquecento italiano ancora in grado di suonare (dopo un lungo ed complesso restauro). A farlo risuonare è Maurizio Perugi, nome ben noto fra i cultori di musica antica,k collaboratore de L’Homme Armé fin dai primi anni di attività.
Il programma include alcuni autori particolarmente significativi del periodo, Merulo, Palestrina, Guami, Willaert, e anche alcuni brani che erano considerati tra le hits del tempo, come «Vestiva i colli» e «Anchor che col partire». All’interno di questo repertorio l’arte della diminuzione, prassi improvvisativa che prende il nome dalla diminuzione dei valori ritmici più lunghi in valori più brevi e l’aggiunta ovviamente di nuovi suoni, che in qualche modo espandono il suono e il significato dei suoni scritti, viene presentata in versioni differenti. Nel caso delle toccate di Merulo, le diminuzioni sono originali dell’autore, in quello stile che si usava definire “passeggiato”, cioè ricco di passaggi/diminuzioni. In altri sono riprese dalle versioni pubblicate da G.B. Bovicelli (“Regole, passaggi di musica, madrigali e motetti passeggiati”, Venezia 1594) e di G. Bassano (“Motetti, madrigali et canzone francese”, Venezia 1591) o interamente affidate alla maestria dell’interprete che, rifacendosi alla trattatistica del tempo, fa rivivere una prassi che, ancora oggi, lascia gli ascoltatori sbalorditi per la fantasia poetica e per lo straordinario virtuosismo, nel senso più autentico del termine.