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Università: test di accesso a medicina, protestano gli studenti

ROMA – Anche quest’anno si ripeterà la lotteria dei test per l’accesso ai corsi a numero programmato nazionale. Si inizia oggi con Medicina e Chirurgia, a seguire veterinaria, architettura, professioni sanitarie, medicina in inglese e scienze della formazione primaria. Anche quest’anno, dopo il nostro blitz notturno al Miur, saremo presenti all’ingresso delle facoltà per distribuire la nostra Guida al test Sicuro. Al suo interno è indicato tutto ciò che deve accadere affinché il test si svolga in maniera regolare. Siamo pronti a raccogliere ogni segnalazione di irregolarità all’indirizzo mail: ricorsi@unionedegliuniversitari.it”.

Così l’Udu, Unione degli universitari. Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Udu, sottolinea che quest’anno il numero chiuso compie 18 anni. Come ogni diciottesimo compleanno che si rispetti, anche per il numero chiuso il festeggiamento è d’obbligo. Peccato che a festeggiare saranno in pochi: gli ordini professionali che traggono vantaggio dal basso numero di laureati; i baroni e i rettori universitari, che in questi anni hanno fatto di tutto per avallare questo sistema; i governi, che anno dopo anno, hanno messo in campo politiche di smantellamento; le case editrici, che coi manuali di preparazione ai test e i vari corsi di formazione hanno lucrato per anni su questo sistema. Il risultato è chiaro: considerando i soli numeri chiusi nazionali, il neodiciottenne numero chiuso vanta il risultato di oltre un milione di studenti sbattuti fuori dall’università.

Il numero chiuso, che escluderà oltre un milione di studenti dall’università, deve essere cancellato, tanto a livello locale, quanto a livello nazionale – aggiunge – Siamo di fronte ad un sistema irrimediabilmente compromesso. Medicina ovviamente è il caso più significativo, per l’altissimo numero di studenti che ogni anno tentano di entrare e per la peculiarità dell’intero percorso, visto che gli aspiranti medici si troveranno ad affrontare anche l’imbuto della selezione per le scuole di specializzazione. Ma il problema del numero chiuso non riguarda solo Medicina: quasi la metà dei corsi in Italia presenta barriere all’accesso, e numerosissime sono le irregolarità riferite ai singoli test”. Per Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi “se questo è veramente il Governo del cambiamento, gli chiediamo di cancellare il numero chiuso, partendo dal presupposto che bisogna pensare a scuola e università come a due percorsi non distinti ma in continuità”.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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