Ahi, hanno scoperto Federico Chiesa. Tutti i giornali sportivi pieni di osanna dopo la prodezza di Fede, capace di provocare il rigore che ha permesso all’Italia di pareggiare con la Polonia. Un’Italia molto modesta, che avrà bisogno di tempo per scalare la classifica del ranking internazionale. Federico Chiesa, talento puro, ha saputo attirare l’attenzione anche più dell’altro Federico, ossia Bernardeschi (a fasi alterne: buono in alcuni spunti personali, ma poi disastroso in fase di conclusione a rete) perchè riesce a risplendere di luce propria in una squadra che ha solo nel portiere, Donnarumma, un altro autentico fuoriclasse. E allora ecco il problema. Anzi due problemi: il primo riguada proprio la nazionale. Mancini schiererà Chiesa dal primo minuto in Portogallo, lunedì 10 settembre, nella seconda partita di Nations League. La difesa portoghese non avrà tanti riguardi per lui. Non solo: Mancini punterà poi stabilmente su Fede, costringendolo a caricarsi sulle palle una pattuglia azzurra alla ricerca di un’identità e di un gioco. Secondo problema: quasi certamente, a fine stagione Chiesa sarà portato via da Firenze.E’ vero che, insieme a babbo Enrico, ha sempre detto di voler maturare all’ombra della Torre di Maratona, ma è altrettanto vero che a giugno arriveranno offertone. Per la Fiorentina e per lui. Quindi ciao. Credo non ci sia possibilità di tenerlo più a lungo.
SORPRESA – Ma intanto gustiamocelo. La prodezza di Chiesa contro l’Udinese, capace di mettere Benassi in condizione di sbloccare la partita, ha mostrato la vera risorsa della squadra. Che, in punta di piedi, si sta rivelando la vera sorpresa del campionato. Nessuno, a quanto pare, se n’è accorto. O se n’è voluto accorgere. Meglio così. Avanzare senza dare nell’occhio è un’operazione che di solito riesce quando si vogliono fare blitz e raggiungere risultati quando nessuno se lo aspetta. Non mi sorprende che nei tanti commenti dopo le prime tre giornate di campionato si punti essenzialmente sulla strapotenza juventina, nonostante CR7 ancora a secco, e sulle delusioni, che si chiamano Napoli e Roma. L’Inter? Convalescente. La Fiorentina, secondo i commentatori delle grandi televisioni e dei giornaloni, non è pervenuta. D qui la voglia di continuare a vincere quasi per dispetto e costringere chi non vuole vedere a spalancare gli occhi. Direte: in fondo la Fiorentina ha vinto solo due partite e contro avversari di non eccelsa levatura. Vero fino a un certo punto: il Chievo aveva fatto soffrire la Juve, nella prima giornata, e l’Udinese le aveva suonate alla Sampdoria, poi castigatrice del Napoli. In effetti, l’Udinese non fa sfracelli sul piano del gioco ma è, come diceva mia nonna, una squadra … tignosa, ossia difficile da affrontare. Contro la quale devi fare a sportellate senza sbagliare mai un appoggio, altrimenti sei fritto.
NAPOLI – La Fiorentina, eccoci al punto, contro l’Udinese ha fatto la partita che doveva: resistendo ai colpi e alle provocazioni de friulani, ammaestrati dal grintoso tecnico spagnolo Velazquez, e trovando la vittoria grazie alla giocata da campione di Chiesa, portata felicemente in gol dalla riscoperta capacità realizzativa di Benassi. Fin qui ci siamo. Ora comincia la parte ancora più difficile:la trasferta di Napoli va affrontata con nuovo spirito a nuova tattica. Se possibile ancora più aggressiva. Un’eresia? No. A parte il fatto che, avendo teorizzato fin dalla partita con il Chivo l’inserimento di Pjaca, contro l’Udinese mi sono convinto che il croato è perfetto per dialogare con Chiesa e Simeone. Riflettete un attimo: uscito Eysseric, sufficiente ma non in grado di andare oltre un onesto 6 in pagella, l’attacco dlla Fiorentina ha subìto uno scossone con Pjaca. In grado di mettere subito un paio di compagni in condizione di segnare. Ecco, Pjaca in capo dal primo minuto a Napoli può essere la mossa in grado di sbalestrare il fragile equilibro napoletano. Mi spiego: la squadra di Ancelotti era andata in svantaggio due volte (con Lazio e Milan) riuscendo poi a rimontare e vincere. Cosa che non gli è riuscita a Marassi con la Samp. I blucerchiati sono riusciti a colpire e a resistere al contrattacco partenopeo. Anche perchè privi di Hamsik, per scelta dell’allenatore. Scelta che ha provocato, naturalmente, un putiferio. Capace di aprire una crepa nello spogliatoio? In ogni caso, la Fiorentina con il tridente (Chiesa, Simeone, Pjaca) può spaccare la partita subito, fidando sulle difficoltà iniziali della banda Ancelotti. Dopo aver colpito bisognerà coprirsi. Il problema? Il portiere Dragowski. L’augurio è che abbia superato, soprattutto psicologicamente, i problemi dl campionato scorso. Si sente addosso gli occhi di tutti. Deve vincere la battaglia con se stesso. Non sarà facile, ma deve riuscirci se vuol diventare un buon portiere. Tutto qui? E’ molto. Ma manca ancora qualcosa: il ritorno dei viola convocati nelle nazionali. Speriamo siano tutti integri.La rosa di Pioli è larga, ma anche quest’anno quelli che giocano con continuità sembrano una quindicina. I grandi osservatori non si sono accorti di tutto questo. Si limitano a infastidire la Fiorentina anticipando il duello Juve-Inter per Chiesa. Basta non abboccare. E seguitare sotto traccia, in punta di piedi. Pronti a scattare. Per arrivare dove? Stop. Dopo Napoli e il recupero del 19 settembre a Marassi ne riparliamo. Intanto forza Chiesa, prenditi gli applausi, ma ricordati che, oltre alla nazionale, dei caricarti sulle spalle la Fiorentina.
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