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Roma: fantoccio impiccato a testa in giù davanti alla sede del pd a Ponte Milvio

ROMA – Un avvertimento, un messaggio minaccioso e inquietante. Un fantoccio, impiccato e avvolto in
una bandiera dell’Italia, è stato appeso questa notte al cancello della sezione del Partito democratico di Ponte Milvio,
a Roma. A pochi metri di distanza, sui muri di un palazzo, striscioni con scritte che prendono di mira il partito. «Pd
uguale porci democristiani e Voi complici e mandanti di omicidi, stupri, degrado», le scritte fatte con vernice nera. In
calce una sigla, Rn, riconducibile al gruppo di estrema destra Rivolta Nazionale.
Immediata la reazione dei militanti dem che questa mattina hanno regolarmente aperto la sezione. «Come ogni giorno la nostra sede sarà aperta alla città – dichiarano Andrea Casu segretario Pd Roma, Claudio Marinali segretario Pd XV Municipio, Giovanna Tomassini segretaria Pd Ponte Milvio e Matteo Oliverio segretario del XV Municipio -. Dopo il vile attacco subito questa notte invitiamo in sezione tutti i nostri militanti eletti iscritti e tutti i romani che in queste ore stanno manifestando vicinanza e solidarietà al nostro Partito».
Sulla vicenda la procura di Roma ha subito avviato una indagine affidata ai pm che si occupano di terrorismo. Minacce aggravate, il profilo per cui procedono i magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale. Nel fascicolo è finita anche una prima informativa della Digos che si è recata nella zona di via della Farnesina assieme alla scientifica per svolgere una serie di rilievi. Il blitz sarebbe stato quindi messo in atto dal movimento
nato circa un anno fa da una costola di Militia, formazione fondata dallo storico esponente della estrema destra da Maurizio Boccacci. Su Rivolta nazionale la procura di Roma ha già da qualche mese acceso un faro mettendo sotto indagine il leader Simone Crescenzi per il reato di apologia del fascismo proprio a seguito di un video pubblicato lo scorso anno con il quale lanciava la nuova formazione.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che su Facebook ha definito come una banda di dementi gli autori del blitz. «Non ci facciamo intimorire afferma Zingaretti – . Si vengano a riprendere l’autoritratto che hanno appeso sul nostro cancello: quello del fantoccio impiccato».

Mentre siamo pienamente d’accordo con le parole di Zingaretti rileviamo però che analogo sdegno e soprattutto analogo zelo immediato della magistratura non si è notato quando sono apparsi manifesti e murales di salvini a testa in giù stile Piazzale Loreto. Ma si sa la politica e la giustizia nel nostro paese sono da lungo tempo gravemente malate di strabismo, una malattia quasi inguaribile in Italia.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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