Parigi, legge finanziaria: Macron riduce le tasse di 25 miliardi. Per famiglie e imprese
PARIGI – Mentre da noi infuriano le polemiche per il deficit che dovrebbe aumentare, con la manovra, dell’1,7%, il presidente Macron, in Francia, bel bello, per risalire nella popolarità franata, vara una maxi-manovra per dare impulso all’economia, creare nuovi posti di lavoro e rilanciare il potere d’acquisto delle famiglie che peserà per il 2,6% sul deficit. Ma in Francia non ci sono polemiche eccessive, la politica è meno faziosa, ma soprattutto è al potere la sinistra e quindi tutto va bene. Malgrado una crescita meno brillante del previsto (1,7% contro l’1,9% stimato inizialmente), la Francia cerca di invertire la rotta con un taglio delle tasse pari a 24,8 miliardi di euro.
Per finanziare la misura, nonostante i tagli annunciati a diversi ministeri, il deficit pubblico del Paese dovrebbe
aumentare dal 2,6% del Pil di quest’anno al 2,8% l’anno prossimo (98,7 miliardi di euro), comunque sotto al 3% previsto dai patti Ue. «Saremo sotto al 3% per il terzo anno consecutivo – ha tenuto a sottolineare il portavoce del governo Benjamin Griveaux – non accadeva dal 2000». Da parte sua, il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, ha spiegato che «l’obiettivo di lungo termine di questa manovra è costruire una nuova prosperità a beneficio di tutti i francesi e di tutti i territori. Questa prosperità – ha aggiunto – non deve basarsi su più spesa pubblica e più tasse ma su una maggiore creazione di valore».
Presentando il cosiddetto Plf ai cronisti, il titolare di Bercy ha quindi garantito che le promesse fatte dal governo a
contribuenti e imprenditori verranno mantenute. Nel dettaglio, le tasse sulle famiglie saranno ridotte di 6 miliardi di euro (nonostante un aumento delle accise su carburante e tabacco stimato a 2,3 miliardi), quelle alle aziende di 18,8 miliardi.
Totale? Quasi 25 miliardi di tasse in meno. Il ministro dei Conti Pubblici, Gérald Darmanin, plaude al più grande taglio delle tasse per le famiglie dal 2008. Una maxi-manovra che, ne è convinto, darà più ossigeno ai cittadini, anche grazie alla nuova progressiva riduzione della tassa sull”abitazione (-3,8 miliardi di euro il prossimo anno).
Decisamente meno entusiasta, l’opposizione liquida invece la manovra come un’operazione mediatica. Per il segretario socialista Olivier Faure, il governo dà con una mano per recuperare con l’altra. Il problema è che quanto percepiscono i francesi non corrisponde alle cifre del governo, deplora il repubblicano (nonché presidente della Commissione Finanze all”Assemblea Nazionale) Eric Woerth, puntando il dito contro questa seconda finanziaria del quinquennato Macron, a suo avviso disordinata. Mentre l’Osservatorio francese per la congiuntura economica, un think tank vicino alla gauche, lascia intendere che Parigi gonfia le cifre, ritoccando nettamente al ribasso
l’aumento reale del potere d’acquisto, dai 6 miliardi stimati dall’esecutivo ad appena 3,5 miliardi.
Nessuno dalla Ue si lancia all’attacco del piano di macron, mentre all’annuncio della progettata finanziaria del governo giallo-verde Moscovici, commisdsario europeo francese, era subito partito all’attacco dell’Italia. I soliti due pesi e due misure degli organismi europei. Quello che fanno Francia e Germania va sempre bene.